Eppur rinasce… L’ex ospedale militare di Napoli è uno di quegli spazi della città che cerca ispirazione nel presente. Grazie al progetto La Santissima Community Hub, il cinquecentesco complesso conventuale della Santissima Trinità delle Monache, nell’ottocento divenuto struttura sanitaria, svela le sue grandi potenzialità di accoglienza per iniziative culturali, nel cuore cittadino, a ridosso di corso Vittori Emanuele.
Gestita dalla società Urban Value, La Santissima – Community Hub coinvolge uno spazio di oltre 7.500 metri quadri. E al secondo piano del grande edificio affacciato sui giardini del parco si è appena inaugurata la mostra promossa da Attiva Cultural Project (un’associazione di giovani professionisti della progettazione artistica di base a Portici) con il titolo “L’istinto ha preservato la mia specie”.
Al centro del percorso espositivo le sculture del beneventano Luca Petti (classe 1990) in dialogo con le opere della collezione (napoletana) Fabio Frasca che propone i lavori degli artisti internazionali Aria Dean, Bri Williams, Gaëlle Choisne, Grant Mooney, Irene Fenara, e Isadora Neves Marques.
La mostra è curata da Martina Campese, Letizia Mari e Alberto Navilli, realizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Verona e la Fonderia Artistica Guastini di Vicenza.
Lo sguardo di chi la visita è affascinato non solo dalle sale in cui si intravedono tracce di affreschi ma anche dalla simbiosi nelle stesse sculture e dall’affinità d’idee con le installazioni della collezione Frasca: così si instaura un ponte culturale tra elementi diversi dello stesso pianeta.
Reperti di natura si innestano con quelli di animali: il calco in bronzo di un’Agave è punteggiato da denti di squalo e, ancora, armoniche metamorfosi vengono generate da insoliti innesti, tra coralli, alluminio, zampe di volatili, rocce e altre tracce della vita che fu e che potrebbe essere.
Sono tredici le opere proposte nell’esposizione, di queste le sette realizzate da Petti intitolate non a caso “Endosimbionti”. Mentre l’artista statunitense Bri Williams imprigiona nella resina il corpo senza vita di un pettirosso rendendola quasi reliquia ambientale e Isadora Neves Marques (Lisbona) su fogli di lattice bianco e stampa digitale rivela come le multinazionali danneggiano l’ecosistema.
A proposito della propria ricerca, Petti spiega: «Mi riferisco a specie vegetali che si legano a elementi provenienti dal regno animale, dove le caratteristiche predatorie e istintive, atte alla difesa e alla sopravvivenza, coesistono in un unico corpo. Quindi animali che vivono in altri animali, specie che vivono all’interno di altre specie, in una continua dialettica di mutuo beneficio».
La mostra può essere visitata venerdì (ore 14 – 18) sabato (ore 11 – 18) e domenica (ore 9 – 14). Lunedì chiuso. Mercoledì 13 marzo, ultimo giorno di apertura, orari di visita 9 – 12. Ingresso dal Parco dei Quartieri Spagnoli.
Per saperne di più
attiva.art@gmail.com
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Former military hospital/ Luca Petti sculpts the harmony of nature: grafts between the animal and plant world. His works are in dialogue with those of Fabio Frasca’s collection
And yet reborn… The former military hospital in Naples is one of those places in the city that looks to the present for inspiration. Thanks to the La Santissima Community Hub project, the 16th century convent complex of the Santissima Trinità delle Monache, which became a medical centre in the 19th century, is revealing its great potential for hosting cultural initiatives in the heart of the city, close to Corso Vittorio Emanuele.
La Santissima – Community Hub, run by Urban Value, covers an area of over 7,500 square metres. And on the second floor of the large building, overlooking the gardens of the park, an exhibition has just opened, promoted by Attiva Cultural Project, entitled “Instinct has preserved my species”.
The focus of the exhibition is made up of sculptures by Luca Petti, born in Benevento in 1993, in dialogue with works from the (Neapolitan) Fabio Frasca collection, which includes works by international artists Aria Dean, Bri Williams, Gaëlle Choisne, Grant Mooney, Irene Fenara and Isadora Neves Marques.
The exhibition is curated by Martina Campese, Letizia Mari and Alberto Navilli, in collaboration with the Natural History Museum of Verona and the Fonderia Artistica Guastini of Vicenza.
The visitor’s gaze is captured not only by the spaces where traces of frescoes can be seen, but also by the symbiosis in the sculptures themselves and the affinity of ideas with the installations in the Frasca Collection: a cultural bridge is built between different elements of the same planet.
Findings from nature are grafted onto those of animals: the bronze cast of an agave is studded with shark teeth. And again we see harmonious metamorphoses created by unusual transplants between coral, aluminium, birds’ feet, rocks and other traces of life that was and could be.
13 works are on show in the exhibition, seven of which are by Petti and are, unsurprisingly, entitled ‘Endosymbionts’. While US artist Bri Williams has encased the lifeless body of a robin in resin, rendering it almost an environmental relic, and Isadora Neves Marques (Lisbon) uses white latex sheets and digital prints to reveal how multinational corporations are damaging the ecosystem.
On the subject of his own research, Petti explains: I am referring to plant species that combine elements from the animal kingdom, where predatory and instinctive characteristics, suitable for defence and survival, coexist in a single body. Animals that live within other animals, species that live within other species, in a constant dialectic of mutual benefit.
The exhibition is open to the public on Friday (14.00 – 18.00), Saturday (11.00 – 18.00) and Sunday (9.00 – 14.00). Closed on Mondays. Wednesday 13 March, the last day of the exhibition, is open from 9 to 12. Entrance from the Spagnoli Quarter Park.