Ci chiedevamo qualche anno fa, quando la nostra associazione è nata se il teatro (inteso come punto d’incontro di musica, canto, danza ecc.) fosse ancora quel rito collettivo in cui si possono riconoscere i sentimenti, le emozioni, i sogni e i desideri di una comunit , essere ci sintesi espressiva del suo grado di civilt . Le metropoli concentrano grandi numeri di persone; le espressioni culturali delle stesse sono invece parcellizzate, distinte e non facilmente riconoscibili.
Dopo tanti anni siamo giunti alla conclusione che il teatro può aiutare a riconoscere, a riconoscersi, a ricostruire identit culturali.
Le esperienze accumulate in questi anni ci hanno insegnato che l’energia vitale intrinseca in questo tipo di relazioni esplode periodicamente in straordinarie sintesi espressive ampliando improvvisamente le fascia di persone coinvolte e interessate, cos da confermarci che il teatro di cui ci occupiamo esiste nelle intime emozioni e nei sogni della collettivit in modo diffuso e trasversale.
Il nostro centro cos si propone come segno esplicito di spinta in avanti; il nostro fare negli anni si è orientato sempre più intorno ai laboratori, che sono divenuti momenti centrali di identificazione di una metodologia di lavoro, da cui sono scaturiti e scaturiscono spettacoli, eventi, riflessioni e soprattutto formazione e informazione di artisti e pubblico.
Per i motivi appena detti, ci affidiamo sempre più alla ricerca di nuove possibilit espressive, alla necessit che il teatro solleciti e ponga il pubblico in condizione di domanda.
*direttore artistico
Nella foto, l’interno del teatro di San Giorgio