Il divino esiste e si nasconde. Puoi trovarlo nei petali di un fiore ma anche negli ingranaggi di una moto. E’ il pensiero che accompagna Robert Maynard Pirsig, centauro quarantenne in viaggio con il figlio Chris, dal Minnesota alla California, in una grande avventura umana e intellettuale raccontata nel romanzo autobiografico degli anni settanta, “Lo Zen e l’Arte della manutenzione della motocicletta”, dove improvvisamente spunta Fedro, l’altra parte di s, che lui riteneva di aver sepolto a colpi di elettroshock.
Fedro riflette sull’esistenza, scavando un solco profondo nei lettori di tutto il mondo, diventando, per chi ama la moto, un libro cult. Lo è sicuramente per Enzo Sanges, motociclista e viaggiatore, abituato da pap Salvatore, insegnante della scuola medie, a entrare nel mondo degli altri come volontario. Sin da bambino, quando cammina da scout insieme al fratello più giovane, Emiliano.
Quelle immagini dello scrittore statunitense gli restano incise nella memoria tanto da chiamare Fedro la cooperativa napoletana fondata nel 2006 .Dopo aver percorso l’universit , vicinissimo alla laurea di veterinaria, e incontrato, come obiettore di coscienza, la sofferenza di un malato terminale di sclerosi laterale amiotrofica(sla). Incrociando l’esperienza di Maria Rosaria Monsurrò, ricercatrice al secondo policlinico, e scoprendo l’universo psichiatrico della rivoluzione accesa e portata a termine da Franco Basaglia con la chiusura dei manicomi e la riforma della salute mentale sancita dalla legge180 (approvata nella primavera del 1978)
“Dal momento in cui oltrepassa il muro dell’internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale….Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine,, perdita dell’individualit , della libert , nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sar definitivamente perduto, reso oggetto della malattia…. L’assenza di ogni progetto… l’essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l’aver scandita e organizzata la propria giornata sui tempi dettati solo da esigenze organizzative… questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell’asilo”.
Emarginazione dal mondo e violenza psicologica, nemiche del disagio: la lezione dello psichiatra veneziano offre l’opportunit di avvicinare la “societ sana” ai pazienti: Cos il palazzetto del settecento che accoglie il centro di salute mentale di Aversa diventa ribalta del cineforum, aperto ai cittadini per educarli a non avere paura della schizofrenia.
“Se il malato parla da solo e per questo viene aggredito, naturalmente si difender , scatenando il putiferio. Ma se, invece, si insegna alle persone che non bisogna temere chi soffre di patologie mentali, si abbatte il la barriera dell’incomprensione”. Emiliano esprime tutta la sua amarezza per la lunga ombra di pregiudizi: ” Abbiamo organizzato escursioni culturali nei dintorni. E mi rattrista spesso l’atteggiamento delle guide: convinte di avere a che fare con persone di basso livello culturale, danno spiegazioni elementari. Ma non è assolutamente cos…”.
Non c’è riabilitazione vera se non scatta l’integrazione. Fedro, che, attraverso il collegamento con una scuola di formazione in psicoterapia gestaltica (concentrata sul rapporto individuo-ambiente), punta alla formazione di figure professionali, ha da poco generato (la cooperativa)” peiron” , il principio, l’origine. La materia prima in movimento, eterna e indistruttibile, messa in luce dal filosofo greco Anassimandro. E, come tale, crea lavoro, inserimento, occupazione per chi porta il peso di una diversit . Cos Antonio, faticosamente riemerso dal buio dell’eroina, ha dato vita a un’attivit di giardinaggio e ristrutturazione. La sua capacit di rinnovare intonaci e pavimenti l’ha dimostrata nella realizzazione di un negozio “Mister Cucito”. Appena inaugurato, (poco distante dalla sede che ospita Fedro e peiron) dove le energie di lavoro hanno alle spalle percorsi di salute mentale.
“Non avremmo potuto fare tutto questo- dicono- senza l’Asl di Caserta che funziona bene”. Dove la legge Basaglia non si è intrappolata nella ruggine della burocrazia.
In foto (di Maria Volpe Prignano), da sinistra, Emiliano Sanges con Simona Di Giorgio, psicologa socia della cooperativa Fedro e l’interno della sede di via Caravaggio 19 ad Aversa