Fiabesca, gioiosa, poetica, la sua pittura. Che il bostoniano Dawid Bowes (classe 1957) mostra a Napoli in 26 tele da domani fino al 16 novembre negli spazi del centro culturale “Al Blu di Prussia”, nome storico della galleria, fondata nel secondo dopoguerra da Guido Mannajuolo e rilanciata dal nipote Giuseppe negli ultimi anni, nei locali di via Filangieri al civico 42.
L’artista, che si divide tra l’Italia (Torino, il suo “campo fresco” per dipingere) e il Massachusetts (Newton), torna nella citt di Partenope con la galleria parigina “Pièce Unique” (della partenopea Marussa Gravagnuolo e della francese Christine Lahoud) dal 2008 al fianco di Mannajuolo per l’evento inaugurale della struttura.
Outsider del figurativo da giovanissimo (in un panorama newyorkese concettuale e minimalista), Bowes costruisce un luogo dell’anima viaggiando in un pensiero carico di decorazioni, personaggi, maschere, paesaggi, arabeschi, scenografie surreali molto vicini al sentimento barocco della Napoli conosciuta gi ai tempi di Lucio Amelio, quando il gallerista, dopo il sisma del 23 novembre 1980, inventò “Terrae Motus” coinvolgendo autori internazionali, da Warhol a Beuys e Richter per la mostra cheproposta nella villa Campolieto di Ercolano nel 1984 e poitre anni dopo al Grand Palais di Parigi.
Di quel periodo l’autore (presente alla manifestazione con una sua opera, ora nella collezione donata alla Reggia di Caserta) ha un ricordo ancora molto vivo che affida ad Alan Jones, uno dei più importanti cronisti d’arte contemporanea e autore di una bella biografia di Leo Castelli. «L’onnipresenza di una cultura popolare viva mi ha fatto una profonda impressione. Arrivando da fuori ed essendo condotto direttamente nel cuore della citt e nel suo ritmo, ebbi la sensazione della vera vita quotidiana. stato favolosamente misterioso per me, e tuttavia i misteri in cui ero immerso erano molto intimi. Ho avuto la fortuna di scoprire Napoli con Lucio Amelio. Era cos tanto parte della citt , e la citt era parte di lui. Nel corso di una giornata si passava dalla redazione di un giornale, o ci si imbatteva per strada in un direttore d’orchestra, e in questo modo completamente casuale ho avuto modo di conoscere la citt ».
Un’esperienza talmente coinvolgente da convincerlo a restare per produrredue esposizioni proprio con la regia di Lucio Amelio. E cos lo rammenta «Aveva un talento per realizzare le cose, il vero modello d’impresario. Una stupefacente sensibilit per l’arte, un gusto incredibile per l’abbigliamento, un artista a pieno titolo. Era più di un mercante, era come un complice».
Ora Napoli lo accoglie di nuovo per specchiarsi nel colorato gioco del suo immaginario.
Bowes, Ritorno a Napoli
Vernissage gioved 26 settembre 2013
Dalel 18 alle 20.30
Orari Fino al prossimo 16 novembre, mar-ven 16.30-20; sabato 10.30-13 e 16.30-20 ingresso libero. Brochure della mostra in galleria
Per saperne di più
www.albludiprussia.com
Nella foto in alto, Joy. In basso, altre tre opere di Bowes da sinistra, Gerry, Nature walk e Town by the sea