“Enrico. Passion and fear” è l’ottavo volume della serie “Fiori sull’asfalto” di Ella Kintsugi scritto in collaborazione con Daphne Lorbeeren. L’autrice è molto diretta e avverte subito il lettore su cosa troverà tra le pagine del romanzo: «Questa è un’opera di fantasia, ci sono molte licenze poetiche di tutti i tipi, se cerchi verosimiglianza, non leggere romanzi».
La storia narrata vede un’alternanza di presente e passato ed è ambientata in parte a Genova ma soprattutto a Torino, città misteriosa e ricca di tradizioni occulte.
L’autrice ci conduce in una vicenda oscura dove saremo partecipi di un’indagine complessa a seguito di una serie di efferati omicidi, e in cui vedremo gli effetti di una droga micidiale, l’Ipnotica.
Si troveranno inoltre riferimenti all’esoterismo, alla massoneria, e si avrà a che fare con degli enigmi da decifrare; non mancano neanche i riferimenti religiosi: si parla infatti della Sacra Sindone e della sua storia legata alla casa dei Savoia.
«Questa ambivalenza dei Savoia, da una parte fissati protettori della Sindone e dall’altra affascinati dalle scienze occulte, si manifesta in modo evidente nella seconda metà dell’Ottocento; negli anni in cui qui a Torino il clima che si respira favorisce la diffusione di una sorta di filosofia dell’esoterico. In questo periodo, confluiscono a Torino maghi, occultisti, medium e gruppi religiosi alternativi al cattolicesimo.
È soprattutto l’ambiente intellettuale antipapale e anticlericale ad alimentare l’interesse per le scienze occulte e a favorire la diffusione di pratiche medianiche e spiritiche; a queste attività gli esponenti di Casa Savoia guardavano con indulgenza se non con aperta simpatia».
La città di Torino, in questo turbine di suggestioni legate alla sua storia e ai suoi luoghi più caratteristici, diventa personaggio del romanzo essa stessa, quasi più centrale dei protagonisti Enrico e Nada, rispettivamente anatomopatologo e brigadiere dei Carabinieri.
È una città dalle due facce ben distinte, una in piena luce e l’altra in totale ombra; così come lo sono le anime di molti dei personaggi che abitano questa storia che parla di verità e di menzogne, di solidarietà e di violenza, d’amore e d’odio, di passione e di paura. «C’è una sola cosa che contrasta la passione. La nemesi di essa non è l’indifferenza o la freddezza. No, l’antitesi della passione è la paura. Sebbene qualche filosofo potrebbe dire che la paura è anch’essa una passione. Invece no. La paura uccide la passione, perché frena, immobilizza, prende tutto l’individuo e lo rende schiavo, come la passione, ma del terrore». (Sabrina Lisi)
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