Una serata con l’autore. Marted 23 ottobre c.a., nella molto accogliente atmosfera del Penguin Cafè (Via Santa Lucia, 88-Napoli), si è svolta la presentazione del libro di Monica Florio “Il canto stonato della sirena. Racconti di una citt smarrita”(pp.144, Ilmondodisuklibri). Il testo mette a fuoco l’emarginazione nelle sue molteplici cause genetiche, sociali e sessuali. Infatti i protagonisti dei racconti sono eterni outsider’ di cui viene sottolineata la normalit , non la diversit ,che peraltro l’autrice non nomina mai mostrandocela però appieno; questi stessi protagonisti si prendono poi una rivincita nei confronti di un’esistenza vissuta aggrappandosi a piccole illusioni.
NEI LABIRINTI DELLO SMARRIMENTO
Da sfondo a queste vicende di smarrimento, disadattamento e omosessualit c’è Napoli ai giorni nostri che appare come una sirena stonata’, da qui appunto il titolo del libro. L’immagine di questa Napoli che traspare è quella di una citt contraddittoria e sfuggente come la sirena ritratta nell’immagine di copertina, nel cui volto senza tratti, ognuno può riconoscersi (Il dipinto di copertina “Estesis” è di Corrado De Benedictis).
Ha aperto e moderato l’evento di presentazione, Claudio Finelli (sceneggiatore, regista, attore e organizzatore culturale nonch docente), leggendo alcuni dei racconti presenti nel libro che piu’ racchiudono il messaggio dell’autrice, come “Profumo di mimosa” o “Anime gemelle”. Presentati poi gli ospiti, ovvero Giovanna Mozzillo (scrittrice, che collabora con Il corriere del Mezzogiorno), Pasquale Ferro (scrittore, autore e attore), Tiziana Giangrande (Referente del Gruppo di accoglienza delle attivit socioculturali), ovviamente l’autrice Monica Florio e l’editrice, Donatella Gallone.
LINGUAGGIO REALE
seguito l’intervento di Giovanna Mozzillo, che ha scritto la prefazione al libro e che ha sottolineato il fatto che nonostante il contenuto trattato sia arduo, il tono di Monica Florio non è mai grave o esasperato, ma pacato, composto, conversativo e questa compostezza esalta la sofferenza e il disagio dei personaggi coinvolgendo ancor più il lettore “Monica Florio possiede una grande capacit di immedesimazione, tale da rendere reali i personaggi di cui parla; si identifica dunque nelle loro sofferenze e nelle loro scelte”.
Lo sfondo dicevamo è Napoli, una Napoli insolita, non quella di lusso o alla moda, n quella ormai inflazionata di Scampia, di violenza, ma l’autrice mostra una citt che ha perso il fascino, una Napoli spenta e sbiadita, il tutto con un linguaggio chiaro e scorrevole. Subito dopo, Pasquale Ferro, presentato nell’occasione al suo debutto come relatore ma soprattutto come giornalista poich di recente iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ha evidenziato come l’editore, Donatella Gallone, abbia sempre scelto i suoi titoli in modo molto accurato, prendendo in esame sempre tematiche sociali e come anche questa volta Il mondo di suk abbia operato un’ottima scelta, perchè è un libro che parla di realt rivelando le anime dei personaggi. Tiziana Giangrande poi, parla del tema della diversit affrontato nel libro “Non nomina la diversit , ma vuol farci riconoscere la nostra citt attraverso questi personaggi; siamo in una citt che ha sempre vissuto col diverso, una citt dove non ci sono separazioni, poich nello stesso quartiere possono convivere tante realt diverse”.
NUOTANDO CONTRO CORRENTE
A questo punto ha preso la parola l’autrice, Monica Florio, ringraziando tutti i relatori e i presenti. Monica Florio, napoletana, è Press Office/Communication & PR Manager. Giornalista pubblicista, collabora con quotidiani e periodici, nel 2004 ha pubblicato un saggio “Il guappo nella storia,nell’arte, nel costume” (Kairos Edizioni) e i suoi racconti sono apparsi in varie antologie. L’autrice ha sottolineato che i suoi personaggi sono pervasi da una sensazione di invisibilit , di smarrimento e di disappartenenza; hanno storie per niente facili ma sono sempre personaggi con una forte dignit e un forte desiderio di riscattarsi, quindi vi è una continua speranza, che va oltre i tanti luoghi comuni e i tanti pregiudizi. E conclude con la speranza di essere riuscita a conferire ai suoi personaggi questa dignit di cui parla.
Infine è Donatella Gallone a chiudere la serata “Il canto di cui si parla in questo libro è un canto stonato perch è un canto che va controcorrente, e potremmo tranquillamente dire che “Il canto stonato della sirena” è anche “il canto stonato de Il mondo di Suk”. I racconti dunque tendono a focalizzare lo sguardo del lettore sui piccoli dettagli che ci riportano all’immagine non di un singolo uomo o di un singolo aspetto dell’umanit ma all’ immagine di un’intera citt , la sirena, appunto, del titolo.
In foto, Monica Florio al Penguin Caf