“Mi piace fotografare il mondo”. E cos, Roberta Fuorvia, napoletana di Torre del Greco con residenza romana, comincia a girare per il globo. Parigi, Dublino, Praga, Istanbul, Berlino. Poi, in giro per la Spagna tra piccoli paesi e citt come Valencia (dove ha vissuto per 5 mesi) , Granada, Madrid, Barcellona. E un giro per il Marocco. Un paio di mostre gi allestite. “The Queen”, di cui 5 scatti sono stati protagonisti di una serata a tema kitsch a Napoli, al Mouse Club in via San Giovanni Maggiore Pignatelli 45. E hanno illustrato i flyer per una serata in un locale di Lecce. Poi “Lady Camille”, esposta il 26 marzo a Roma, nella John Ross Gallery in via Provieri 21 (zona Monteverde vecchio).
Ama il cinema e Fabrizio De Andrè. E la musica scandisce la sua vita: “Mi piace ascoltare la musica soprattutto la notte perch sono convinta che mi aiuti a fare bei sogni e mi dia input per pensare nuove cose da fare o ad avere nuove idee”.
Un diploma al Centro sperimentale di fotografia e una laurea in scenografia all’universit La Sapienza-Accademia di Belle Arti di Roma.
Come riesci a combinare questi due mondi?
“Ho frequentato un corso di fotografia per avere una visione della scenografia più ampia per quanto riguarda le inquadrature e per imparare a riassumere una scena con una sola immagine. Cos ho imparato a sintetizzare. Poi più studiavo la storia della fotografia e i suoi protagonisti e assimilavo le tecniche, più la scenografia passava in secondo piano. Finch la fotografia è entrata in maniera prorompente nella mia vita e adesso tutto gira intorno a quest’arte capace di raccontare storie e ricordi”.
difficile oggi farsi strada…
“Essere fotografi è difficilissimo. La competizione è tanta e i lavori da liberi professionisti sono sempre stati duri. Le difficolt che si devono affrontare nel campo artistico sono innumerevoli ma se c’è talento, ambizione e soprattutto volont e desiderio di inseguire un sogno, questo mestiere regala momenti meravigliosi sia per la gente che puoi conoscere sia per la soddisfazione ottenuta al termine di ogni lavoro”.
Un fotografo napoletano incontra maggiori difficolt ?
“Io sono napoletana, ma espatriata a Roma da 5 anni. Sul territorio partenopeo ho lavorato poco, con un servizio fotografico di moda per uno stilista emergente napoletano. La moda è un settore che seguo fin da bambina dato che, la mia famiglia di origini siciliane, ha sempre lavorato in questo settore: nonni sarti, genitori stilisti”.
Solo digitale o anche pellicola?
“Adesso lavoro prettamente con il digitale considerando che i lavori devono essere consegnati velocemente via mail o su cd. La pellicola resta il mio primo grande amore e non l’ho mai abbandonata, anzi. Quando ho tempo, stampo le fotografie nella mia camera oscura. Lavorare con gli acidi aspettando che l’immagine venga rilevata dalle sostanze chimiche è un momento impagabile!”.
Parlaci del tuo approccio alla musica…
“Non è il mio campo. Un paio di volte mi sono cimentata con una mia amica che si dannava per farmi entrare in testa il giro di do. Ne ascolto tanta, ma soprattutto mi piace scrivere testi brevi da cui trarne una canzone. “La morbidezza” è il testo a cui tengo particolarmente perch è stato l’unico a diventare una canzone, con la collaborazione del gruppo partenopeo gli Eutimia”.
Progetti futuri?
“Sicuramente lavorare come fotografa a 360 gradi. La fotografia secondo me ha un potenziale spaventoso che non viene ancora sfruttato al meglio. Il mio intento è ricercare quell’angolo ancora buio di questa disciplina e trovare qualcosa di innovativo che sia interessante per me ma soprattutto per chi segue il mio lavoro. Poi mi piacerebbe fondare un’associazione culturale che mi rappresenti e che sia un contenitore di tutte le cose che amo di più compreso il cinema e il teatro che ho studiato per anni, ma che soprattutto diventi un punto di riferimento e un luogo interessante dove la gente abbia piacere a incontrarsi, scambiarsi idee e confrontarsi”.
Nelle foto, dal’alto, due progetti di Roberta Fuorvia, "Lady Camille" e "Famous Face"