L’Università a Futuro Remoto. Con reading dedicato a Famiglie d’artisti: generazione e rigenerazioni teatrali a Napoli. Protagonisti gli specializzandi del Master in Drammaturgia e Cinematografia della Federico II. Sabato 10 novembre il 10 novembre, alle 13, nella Sala Saffo di Città della Scienza di Coroglio e sarà incentrato su importanti figure della storia del teatro napoletano attraverso letture di testi, anche inediti, e la presentazione di un documentario.
Gli interventi alla trentaduesima edizione del festival scientifico saranno introdotti da Lorenza Cuomo, che illustrerà dell’omaggio alla grande tradizione drammaturgica della nostra città. Attraverso le singole analisi e letture, infatti, Napoli si configura come la città, in cui famiglie d’artisti e loro allievi (nuovi e vecchi) hanno dato vita a una storia particolarissima, che non ha pari nella tradizione peninsulare ed europea.
Bianca Brancati e Cristiana Russo parleranno di Giacomo Marulli (1822-1883), puntando in particolar modo l’attenzione su due sue lettere. Ghostwriter ante litteram, promotore di una battaglia per la riforma del teatro dalle pagine del giornale Lo Cuorpo de Napole e lo Sebeto (al giornale è indirizzata la prima epistola letta del 2 febbraio 1862). Per vicissitudini familiari, cadde in disgrazia e fu costretto a scrivere commedie per altri, tra cui Antonio Petito, senza far comparire il suo nome.
Giuseppe Pesce presenterà il suo documentario Il caso Bracco che, attraverso interviste alla nipote di Roberto Bracco (con documenti e foto di famiglia) e a studiosi, rilancia il dibattito su uno dei più famosi drammaturghi italiani a cavallo tra Otto e Novecento. Pacifista e antimilitarista della prima ora, Bracco fu deputato di opposizione nel 1924. La censura lo ridusse al silenzio e alla miseria e gli bloccò la strada al Nobel.
Roberto Colantonio presenterà Le corna d’oro di Gaspare Di Maio, drammaturgo napoletano, figlio d’arte che poteva vantare collaborazioni teatrali e musicali con Salvatore Di Giacomo. Nel suo intervento presenterà quest’opera, rimasta inedita, che gli costò l’ostilità da parte del regime e il confino a Trento, dove morì poco dopo, nel 1930.
Luisa de Filippo rivivrà attraverso Monica Todino che, drammaturgicamente, metterà a fuoco la vicenda della bellissima e sfortunata donna, madre di Eduardo, Peppino e Titina.
Infine Giulia Magliacane darà voce a una sua poesia, ’O pate, un’opera, che condensa significativamente il senso di riflessione dedicata alle generazioni (e rigenerazioni) del teatro partenopeo.