Confini, frontiere e identità: le barriere fra i popoli raccontate negli acquerelli e installazioni di Ferruccio Orioli, in mostra, dal 15 dicembre al 18 gennaio 2019, negli eleganti spazi della galleria Fiorillo Arte (Riviera di Chiaia 23, Napoli). “Noi di qua, voi di là” è l’emblematico titolo che l’architetto veneziano sceglie per denunciare le contraddizioni che affollano la nostra quotidianità.
Attraverso le lievi velature dell’acquarello con cui riprende le cromie di paesaggi sublimi e sconfinati, spezzati da una linea scura e decisa che interrompe l’idillio della natura, l’artista ci ricorda che il confine è il mezzo con cui l’uomo afferma la sua identità e che, in un mondo sempre più complesso e interconnesso, la strada più semplice per definire se stesso continua ad essere quella di disegnare assurde geometrie sul terreno e incasellare “l’altro” in contenitori separati da noi.
Costante di tutte le barriere è il filo spinato che Orioli riporta in quasi tutte le sue opere, nate da una attenta ricerca fatta negli anni che lo ha portato ad individuare 79 Stati (dagli Stati Uniti alla Russia e all’India, fino alla ricca Arabia Saudita) coinvolti in un enorme sforzo economico per proteggere i confini. «E’ poi sconcertante – sottolinea – che anche all’interno dei singoli Stati ci siano delle barriere a separare un’ideologia dall’altra (Berlino, il muro per antonomasia), una religione dall’altra (Irlanda del nord, Irak), la popolazione ricca da quella povera (Perù), la popolazione “normale” da immigrati, spacciatori, prostitute (Monaco di Baviera, Padova)».
Spiega l’artista: «A partire dagli ultimi venti anni, sono gli Stati a costruire barriere. Il 40,3% di questi è coinvolto, o come paese costruttore o come paese confinante, nella realizzazione di un fossato, un muro di sabbia, di lamiera di ferro, di cemento, di rete metallica – una, due, tre file -, elettrificata o no, presidiata da strumentazione elettronica, talora realizzata sul territorio dello Stato confinante, disseminata di mine lungo il suo tracciato, pattugliata da migliaia di soldati, integrata, il più delle volte, con il filo spinato […]. Sotto il profilo economico è difficile, in molti casi, reperire non tanto il costo di costruzione, quanto gli enormi costi di manutenzione delle infrastrutture (strade, opere in sabbia), e soprattutto il costo del personale destinato alla vigilanza».
La mostra, curata da Brunella Velardi, comprende circa 50 acquerelli, alcuni dei quali uniti in mosaici che compongono quadri di grandi dimensioni come Siamo partiti da molto lontano (16 fogli ad acquerello su carta per una grandezza di quasi tre metri, foto in alto), ma anche serie e installazioni realizzate tra il 2013 e il 2018. Esposte per la prima volta, restituiscono un’analisi lucida e amara sugli strumenti di delimitazione dei territori: muri, reti, filo spinato.
Orioli è un «viaggiatore che osserva e cattura con spirito romantico le lente trasformazioni del paesaggio, lo scorrere del tempo e scenari di paesi lontani tra loro», racconta la curatrice spiegando che è forse per questo che l’artista «non può restare indifferente alla smania della chiusura, e sui suoi appunti di viaggio imprime l’orribile catalogo delle barriere territoriali. Le lunghe serie di cartoline di Da che parte siamo? e Otto turni al timone tra Melita Walley e Birsa Bank ricostruiscono un sinistro pattern di reti e fili spinati tra i quali lo sguardo si sforza di sbirciare, senza però riuscire ad escludere dalla messa a fuoco ciò che si impone in primo piano. Come accade in “Noi di qua e in Voi di là”, l’impossibile tentativo di scindere ciò che è uno, di sdoppiare due facce della stessa medaglia: succede solo che da uno dei due lati del muro si ha una fortuna negata all’altro, l’illusione di un orizzonte più lontano».
E’ questo il fil rouge che lega le opere esposte in una sorta di brutale excursus, quanto mai attuale, che sintetizza il ciclo cause-conseguenze, da muri alti fino al cielo a imbarcazioni sprofondate in mare. Non a caso chiude il percorso, insieme al polittico Siamo partiti da molto lontano, l’installazione Mai più morti in mare.
Lo sguardo di Orioli in “Noi di qua, voi di là” è uno sguardo che attraversa, non per tornare indietro ma per oltrepassare. L’artista viola quel divieto per afferrare con gli occhi ciò che c’è al di là e scoprire che dietro grate e reti non c’è un oscuro nulla, ma il medesimo mondo che è al di qua. Che ci appartiene e a cui apparteniamo.
In questo percorso desolante che termina con una donna in fuga e corpi sottili che galleggiano nel blu, «Orioli – scrive Velardi – non rinuncia alla meraviglia del colore e al gioco della sperimentazione perché finché ci accompagnano la curiosità della scoperta e la voglia di oltrepassare i confini, non tutto è perduto». Parte del ricavato della mostra sarà devoluto all’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Ferruccio Orioli, architetto veneziano, dopo la laurea lavora in Basilicata (a Tricarico e a Matera) e poi a Roma occupandosi di pianificazione urbanistica e di opere pubbliche. Il suo rapporto con Napoli, dove si trasferisce definitivamente, inizia nel 1982 come consulente del Commissario Straordinario di Governo per la ricostruzione post terremoto. Lavora anche per committenti privati, in particolare l’albergo Vesuvio, dove realizza, in collaborazione con Gianmarco Biele, una interpretazione in gres porcellanato del vulcano dal cui interno spunta un ulivo.
Da sempre utilizza la tecnica dell’acquarello applicandola a vari formati: da quello piccolo dei carnet 21×13 a un formato standard di 70×50 con il quale compone immagini di varie dimensioni. Tra queste una visione di Napoli, dall’interno della città verso il mare, da Posillipo al porto, lunga circa 27 metri e alta 4, in procinto di essere installata all’ingresso della nuova Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio.
LA MOSTRA
Noi di qua, voi di là di Ferruccio Orioli, a cura di Brunella Velardi
Fiorillo Arte (Riviera di Chiaia 23, Napoli)
Dal 15 dicembre 2018 al 18 gennaio 2019
Orari: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 12 su richiesta
Tel. 3472947429
Per saperne di più
3f.arte@gmail.com
http://www.fiorilloarte
Tel. 08119360040 – 3398261315
orioli@tiscali.it