Può un artista, attraverso le sue opere, fermare il tempo fissando la traccia del passaggio dell’uomo sulla terra? È questo l’interrogativo che guida Baldo Diodato e che, costantemente, lo spinge a trovare una risposta attraverso i suoi lavori. Tappeto sonoro è la personale dedicatagli dalla Galleria Paola Verrengia (a Salerno, in via Fieravecchia) che resterà allestita fino al prossimo 23 novembre.
L’artista napoletano Baldo Diodato, classe 1938, attualmente vive e lavora a Roma. Per la sua formazione sono state fondamentali le lezioni di scultura di Emilio Greco e Augusto Perez presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Nel 1966 espone alla Modern Art Agency di Lucio Amelio. Con altri artisti, e con Achille Bonito Oliva in qualità di teorico del gruppo, forma a Napoli “L’operativo 64”, con l’obiettivo di rivoluzionare la cultura meridionale degli anni Sessanta. Dal 1966 al 1992 si trasferisce a New York per dare spazio a nuove sperimentazioni personali, tornato in Italia si stabilisce a Roma, dove lavora mescolando anni di esperienze dalle geografie completamente differenti.
Diodato utilizza la tecnica del frottage, imprimendo la forma di alcuni oggetti (prevalentemente pavimentazioni antiche) su un supporto di volta in volta differente: le sue opere rimandano, così, al concetto di storia dell’uomo.
Con l’avvio del nuovo millennio l’artista, che nel frattempo ha consolidato la sua tecnica sintetizzando stili differenti e tenendo insieme l’America e l’Italia, inizia a dedicarsi a opere di grande formato, spesso coinvolgendo il pubblico nella loro realizzazione.
Proprio in questi anni inizia anche la collaborazione con il percussionista Antonio Caggiano, che compone i suoi ritmi in accordo con i colpi di martello che l’artista usa per i suoi frottage. La collaborazione tra i due ha dato vita a diverse performance in cui i suoni e il gesto artistico realizzano un unico corpus scultoreo.
Tappeto sonoro è un progetto pensato per gli spazi della Galleria Verrengia e la mostra, una selezione ragionata di opere in prevalenza di piccolo formato, condensa le diverse esperienze dell’artista, unendo Roma a New York in un percorso che dal 1966 arriva ad oggi, attraverso il frottage.
L’esposizione è stata inaugurata in occasione della XV Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), con un progetto artistico e performativo dell’artista Baldo Diodato, accompagnato dall’intervento musicale del Maestro Antonio Caggiano.
Tappeto sonoro è stato, dunque, anche il titolo dato alla performance inaugurale: l’artista ha posizionato delle lastre di alluminio sul pavimento di via Fieravecchia, appena fuori dalla Galleria, e ha invitato il pubblico e i passanti a catturare, attraverso i colpi di martello, le impronte della pavimentazione in un particolarissimo bassorilievo. Con questi gesti è stato possibile catturare una traccia del passaggio di alcuni uomini in quello spazio, è stato possibile catturarne il momento, tramutandolo in opera d’arte.
©Riproduzione riservata