Alla Galleria Tiziana Di Caro è in esposizione l‘artista croato Damir Ocko con la sua personale intitolata “Dear Tiziana”. Poche e intense opere con un importante filo conduttore: celebrare la speranza. Quello che colpisce, innanzitutto, è che il titolo non è altro che l’incipit della lettera che Damir scrive a Tiziana Di Caro in cui esprime con decisione e delicatezza le sue emozioni in merito alle creazioni esposte.
Ci sono i collage, chiamati “DragForms” e non sono fatti solo di carta ma di tutti quei materiali andati in pezzi dopo che un terremoto a Zagabria, nel 2020, danneggiò gravemente il suo studio. Per ogni artista il proprio studio è parte di sé e perdere questo punto di riferimento che custodisce il focolare della personale fiamma creativa, può equivalere a un lutto. Sono animali i soggetti incorniciati, un po’ eccentrici e coloratissimi che saltano e volano tra forme perfettamente ritagliate e incastrate tra loro, passano sopra le cose leggeri, anche se le feste per ora sono sospese e i muri sono affranti e vuoti.
I frammenti di Ocko sono sia un modo per continuare a ricordare che un modo per dare nuova vita e guardare avanti. Glitter, cose piccole, parrucche, costumi drag, trucchi: tutto il suo mondo era sparso ormai ma assemblare insieme è un po’ come una cura.
Ricorda così le feste pazze e divertenti che quegli stessi oggetti hanno vissuto. I bicchieri da cui hanno bevuto gli invitati e che ora contengono altre cose ancora oppure i loro stessi pezzi di vetro caduti da mani inebriate. Una tenda di plastica che, come un grande nastro adesivo, tiene con sé i coriandoli e gli sbrilluccichii di una serata finita, delle luci soffuse, delle bottiglie svuotate lasciate in giro per la casa e di qualcuno abbandonato al sonno profondo su una poltrona in un angolo.
E ci sono i “cocktail”, sono lì sul tavolo come nell’attesa di essere scelti e la scelta va fatta con cura perché ognuno di essi esprime un disagio, una paura, una fobia. E chi non ne ha.
“PS. Il coltello è in uno dei cocktail” scrive Ocko alla fine della sua lettera e infatti lo ritroviamo proprio là, a lama in su con tutta la sua inquietante spocchia, circondato da pezzi di piante, uccellini, bigiotteria e tantissimi altri dettagli.
“Qualcosa da tenere in mano e per mano, come un amico prezioso”: un pensiero rivolto a un futuro fatto di gesti gentili e umani, come in una serata spensierata vissuta essendo niente altro che se stessi e nella condivisione di momenti di gioia.
Cicatrici e brandelli che insegnano ciò di cui abbiamo davvero bisogno, dopo un lungo periodo di isolamento emozionale. Anche quando “la festa” finisce e sembra si sia rotto l’incantesimo, la cura siamo noi. Siamo noi mano nella mano con tutti.
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In pagine, foto dalla mostra che è visitabile gratuitamente fino al 28 maggio 2022