“Nummere”, spettacolo idea e regia di Gino Curcione, è l’appuntamento fisso alla Galleria Toledo dal 1991 nel giorno di Natale e poi nei due giorni a seguire. La tombola scostumata al teatro Toledo è simbolo di tradizione, di quella cultura popolare napoletana sempre tanto vivace e originale capace di diffondersi in tutta Italia. E’ un gioco sempre diverso che appassiona adulti di ogni et e ragazzi da essere giocato nei circoli popolari di ogni citt italiana e a Napoli in casa nei quartieri tutto l’anno.
E’ divenuto gioco dello Stato col nome di Lotto in origine solo il sabato ma da anni tre volte alla settimana. Nel 1734 Carlo III volle renderlo statale e non più clandestino per far incamerare denari allo Stato. Fu vietato a Natale e a Pasqua per voler del frate domenicano Gregorio Rocco che lo riteneva elemento contrario alla Fede. Fu abolito da Murat su ordine di Napoleone. Il popolo, indomito come sempre, gioca in casa. Si costruisce pezzi di legno con i numeri incisi, cartelle e cartellone con tutti i 90 numeri.
Il termine tombola nasce dal rumore dei pezzi di legno caduti sul tavolo dal panariello piccolo cestino di vimini con un solo foro stretto. Gioco antico ideato dalla cultura per i numeri importata dai Greci che avevano assimilato dai Fenici, Arabi, Egiziani.
Gino è attore e regista in scena, rendendo il pubblico coprotagonista, divertendolo con le sue esilaranti improvvisazioni tanto da rendere lo spettacolo ogni anno sempre diverso. Il pubblico in sala non è solo napoletano, ma proviene anche da altre citt e altre nazioni. Tutti partecipano divertendosi, ridono fanno coro alle battute di Gino che, estraendo i numeri dal panariello, d ad essi il significato napoletano come 4 o puorco, 71 l’ommo e merda, 23 o scemo, 27 o cantero (vaso da notte), 62 o muorto acciso, 28 e zzizze (seni), 16 o culo, 21 a femmena annura (nuda), 29 o pate d’e criature (organo sessuale maschile), a musica 65, Pullecenella 75, o capitone 32, o ccafè 42, e diavule 77, li aneme o priatorio (purgatorio) 85, a tavola mbandita 82, a zuppa cotta, a festa 20, o mbriaco 14, a risata 19, a criatura (bimbo) 2, a disgrazia 17, a meraviglia 72.
Chiama sul palco una bella donna le fa aprire le gambe e annuncia il 6 , chella che guarda a terra (organo sessuale femminile). A un’altra la fa alzare, 43 a femmena ncoppe o balcone. La formula dello spettacolo è tanto semplice quanto avvincente. Vengono premiati i primi sei che hanno fatto ambo, poi terno, quaterna, quintina, tombola.
I vincitori salgono sul palco da pubblico diventano attori. Ballano, dialogano con Gino prima di ricevere il premio Cd, libri, borse, maglie, biglietti per uno spettacolo alla Toledo, invito a cena in un ristorante del quartiere Montecalvario. Molti ragazzi in sala ai quali Gino, più da affettuoso nonno che da Babbo Natale, chiamandoli sul palco tre/quattro, a volte regala doni piacevoli per la loro et . Non è il regalo che li rende felici ma l’essere per alcuni attimi protagonisti e, più di tutto, di essere stati considerati alla pari degli adulti se pure ancora molto giovani. Curcione attore comico ha insegnato ai genitori e nonni presenti come comportarsi con i ragazzi che hanno gli stessi diritti degli adulti, per poi in modo più facile e convincente educarli ad avere gli stessi doveri, al rispetto degli impegni come lo studio.
Un gioco, uno spettacolo, un fiume di battute esilaranti, possono educare a essere uomini più civili. La serata si è conclusa con panettone e spumante come è consuetudine alla Toledo teatro luogo di incontri a carattere molto amichevole, quasi familiare tra spettacoli sempre nuovi interessanti per doti culturali.
Nelle foto, Curcione in scena d i "nummere"