Alcuni luoghi posseggono un carico di memoria fortemente radicato, essi comunicano i segni di milioni di esperienze umane che si sono sommate, producendo cos un’energia percepibile, che si avverte, e alla quale non si può opporre resistenza. C’è poi, chi, quell’energia, la fa propria e sente il bisogno di canalizzarla per poterle dare un senso.
Sto parlando dell’incontro avvenuto tra Giovanna Scala e l’Istituto Superiore Statale ” Isabella d’Este “, conosciuto come Carminiello o Carminiello al Mercato. La storia dell’Istituto parte da un tempo lontano, precisamente dal 1611, quando il Collegio di S. Ignazio, gestito dai padri gesuiti, ospitava orfane povere o figlie di militari in contrada Mercato.
Ferdinando IV, nel 1768 mandò via i Gesuiti e con il loro patrimonio realizzò un ” Azienda di educazione “. Due anni dopo impiantò un orfanotrofio con duecento ragazze povere che imparavano a tessere drappi di sete e damaschi. Fu quella la prima istituzione educativa femminile. All’epoca, Napoli era caratterizzata da una peculiarit internazionale, che in seguito ha ricercato e mai più ritrovato. L’impostazione dell’Istituto era sorprendentemente moderna e, forse, è da l che bisognerebbe ripartire istruzione laica, popolare, gratuita e avviamento al lavoro con aggiornamenti all’estero.
L’Istituto era dotato di macchinari di nuovo tipo e competenti istruttrici estere insegnavano il loro uso. Inoltre si teneva conto delle inclinazioni personali delle allieve, che si sviluppavano con la formazione, inizialmente uguale per tutte. A fine anno veniva assegnato un premio e le ragazze che si erano distinte diventano vicemaestre. Inoltre, alla richiesta di merce del mercato di allora, l’Istituto rispondeva con manufatti messi in vendita nei negozi impiantati al piano terra. Poi il corso della storia e il declino.
Facciamo un salto temporale fino all’anno scolastico 2011-2012, quando viene nominata alla guida dell’Istituto Isabella d’Este, Giovanna Scala . La sua storia personale annovera varie esperienze, per poi arrivare fin qui e finalmente sentirsi “al posto giusto”. Laureata in Lettere all’Universit Suor Orsola Benincasa, vincitrice di concorso a 23 anni, Giovanna non si ferma, sente il bisogno di dare il giusto senso e la giusta impostazione all’insegnamento, ricercando metodologie e strategie didattiche per favorire il processo di apprendimento.
La sua prima esperienza come dirigente scolastica la fa a Scampia, chiedendo la collaborazione di Cosimo Varriale, Docente di Psicologia all’Universit Federico II di Napoli. Lei ricorda quell’esperienza con grande emozione. Passa a San Giorgio a Cremano, e poi a Portici, all’Istituto Professionale ” Enriquez ” . Accade poi, che ha l’incarico a Napoli ed avviene il suo incontro con l’Istituto Isabella d’Este-Caracciolo.
Per Giovanna in questo luogo c’è qualcosa di impalpabile che la coinvolge profondamente. Ed è cos che si mette alla guida di questa realt educativa con tutta la passione possibile. C’è tanto da fare, ma lei non si scoraggia, conosce le regole scolastiche e va avanti come un treno… Non mancano gli ostacoli, ma il suo cuore e il suo impegno sono proiettati oltre.
L’Isabella d’Este è una grande struttura, in parte chiusa e inutilizzata, Giovanna spalanca tutte le porte dell’Istituto, anche quelle culturali e accompagna le sue studentesse a Firenze per un confronto scolastico. Organizza la quinta Edizione del ” Premio per le arti e l’artigianato tessile della citt di Napoli e della Campania ” sviluppando una forte rete di collaborazioni, tra le quali fa rumore quella con Andrea Villani, direttore del Madre, che accoglie nel Museo ” Metamorfosi ” la sfilata dell’Istituto.
Non si può dire di no a Giovanna, lei è tra l’altro, una creativa, infatti riesce a vedere qualcosa che ancora non esiste, ma che per lei è molto chiaro il cambiamento. Deve fare affidamento a tutte le sfumature del suo essere donna, lei è dolce e forte, coraggiosa, sensibile, entusiasta, scrupolosa, concreta, caparbia e adopera tutte queste sue caratteristiche per non rimanere ingabbiata nel recinto istituzionale che provoca immobilismo.
Usando le parole di A. Einstein provo a farle sentire il mio sostegno «Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realt che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realt . Questa non è Filosofia, questa è Fisica».
Sentiremo parlare ancora di Giovanna Scala.
In foto, Giovanna Scala e uno dei modelli che ha sfilato al Madre per la mostra "Metamorfosi"