Partenope, terra del mito, del Dio antico e degli Dei-uomini contemporanei, a cui chiedere la grazia di un lavoro, di un figlio, di semplici felicit . Per affrontare il tema del legame tra uomo e divinit , mai citt fu più adatta e dunque, gioved 22 si inagura la personale di Gianluigi Coln, “Dei”, a cura di Barbara Rose.
Quattordici opere in cui l’attualit tratta dai quotidiani diventa il materiale per dare volto alle divinit tradizionali, con una tecnica complessa. “Dapprima, si sfogliano i quotidiani spiega la curatrice – poi, si prelevano pagine su cui appaiono immagini “rivelatrici”; poi, si accartocciamo quei fogli, con un gesto di intolleranza morale; poi, si fotografano questi “stropicciamenti”; poi, si stampa il file su carta di giornale, che viene appiccicata su un letto fatto a sua volta di sedimentazioni di carte di giornali (una sorta di “riscrittura” della tecnica classica dell’imprimitura); infine, con impeto, si interviene con le mani su questo materiale, con ulteriori piegature. L’approdo. Un tessuto increspato, che sta per strapparsi. Un mare agitato da onde. L’opera acquista un’inattesa consistenza plastica”.
E cos Marte, dio della guerra viene proiettato in Iraq, Afrodite emerge dalle copertine patinate delle riviste, Mercurio è la corruzione del denaro e Saturno è il potere fine a se stesso.
Diceva Jung “I miti sono diventati malattie” e oggi il concetto è vero più che mai, se è vero che la bellezza, il potere, il denaro si sono trasformati in divinit da assecondare, a cui tendere attraverso l’immagine. Spiega Rose “Le opere evocano la presenza invasiva degli dèi pagani sono divinit che superano barriere culturali e politiche e sono, forse, l’ esempio di una vera globalizzazione invisibile, di una radicalizzazione culturale capace di superare frontiere, ideologie, religioni”.
Fino all’8 novembre
Info www.museomadre.it
Nell’immagine una delle opere in mostra