Accanto a napoletani con nomi eccellenti. Del cinema, della televisione e del teatro: tra questi, Totò. Lauretta Masiero recita con il principe della risata nella pellicola Totò a Parigi ma anche in Sua eccellenza si fermò a mangiare, un film di Mario Mattioli con un cast d’eccezione: Virna Lisi, Ugo Tognazzi, Lia Zoppelli, Carlo e Aldo Giuffrè. E la ritroviamo accanto a Nino Taranto in Caravan Petrol di Mario Amendola. E straordinariamente con Massimo Troisi in un lavoro cinematografico firmato da Ettore Scola, Il viaggio di capitan Fracassa.
Ma, nel nostro immaginario, Lauretta Masiero resta l’investigatrice che abbiamo amato in “Le avventure di Laura Storm”, sceneggiato televisivo Rai del 1965. Donna detective dai modi spicci. Indossava, un foulard in testa, occhiali neri, impermeabile bianco, e l’immancabile torcia, una sorta di tenente Sheridan in gonnella.
L’Italia restò incollata al piccolo schermo, divertita e affascinata da quel personaggio interpretato da un’attrice eclettica, di una simpatia che subito entrava nel cuore. Ma la Masiero non era solo Laura Storm, il suo percorso artistico è nato con grossi sacrifici.
Inizia a soli 16 anni, tra teatro, rivista, cinema e televisione. Esibizioni proposte con grande stile, bravura, eleganza, una carriera brillante (come lo era lei) che viene interrotta per gravi motivi di salute, ma Gianluca Guidi (il figlio che ebbe da Johnny Dorelli), sosterrà sempre la figura e la memoria della mamma che ricorda attraverso l’appassionato ritratto pubblicato dall’intellettuale Giovanni Testori Sì, ma la Masiero!: «una specie di farfalla matta, capace delle cose più straordinarie, di farti rotolar dal ridere, quando tira fuori la voce all’americana, o di farti piangere, quando tira fuori il sentimento». Lo stesso Testori non faceva mai mancare cestini di fiori nei camerini dell’artista.
Un omaggio a lei, nel 2010, è il Premio Nazionale per il Teatro Lauretta Masiero “Il Cestino d’oro” , ideato e diretto dal regista Tullio Pecora. Nella memorabile serata, oltre alle sezione letteratura, e riconoscimenti vari, il meritato primo premio va a Erica Blanc che si è distinta per passione, rigore, originalità, impegno di testo e interpretazione.
Durante la serata una scaletta ricca di interventi, di artisti e video per ricostruire l’immagine artistica della Masiero.
Gianluca Guidi nasce dalla relazione tra Lauretta e Dorelli, più giovane di dieci anni: i giornali scandalistici si tuffavano felici nella notizia. Ma la loro relazione s’interrompe dopo un anno dal lieto evento. Nella vita sentimentale di Johnny arriva Catherine Spaak.
Gianluca inizia l’attività artistica nel 1989, debuttando come cantante, al Festival di Sanremo: un anno dopo torna sul palco dell’Ariston come cantante. Il conduttore è suo padre.
Poi Gianluca intraprende la strada del teatro esordendo nella commedia musicale Parole d’amore parole con Nino Manfredi. Ancora Gigi è Gaston de Lachailles, accanto a Ernesto Calindri. Dopo vari successi personali, diventa produttore di se stesso e nel 2000 fonda la Salieri Entertainment, società di produzione, affrontando testi di autori come Neil Simon e coproducendo spettacoli con i grandi personaggi della musica e del teatro, interpretando lui stesso ruoli da protagonista.
Ritorniamo alla nostra vedette. Lauretta Masiero nasce a Venezia il 23 ottobre 1927. Adolescente, scappa di casa: capelli biondi e lunghe gambe, dopo due anni dalla fuga, entra nel mondo della rivista da soubrette accanto a Walter Chiari con lo spettacolo Amore biondo. Poi entra a far parte come ballerina nella compagnia di Wanda Osiris.
Nel 1947 debutta accanto a Macario, nella rivista Le educande di San Babila. Ma sono Garinei Giovannini a scoprirla come attrice brillante: nel 1952 la scritturano in compagnia dove affianca Renato Rascel nello spettacolo Attanasio cavallo vanesio un successo personale che la porta verso a un’ascesa vertiginosa.
Nello stesso anno l’incontro con il cinema attraverso Il bandolero stanco di Fernando Cerchio. Anno dopo anno sempre sui palcoscenici di tutti i teatri italiani con Baracca e burattini, La padrona di Raggio di Luna, Carlo non farlo, Uno scandalo per Lili, La pappa reale di Marceau, Mare e whisky di Rocca, le opere di Pirandello (La signora Morli una e due, Ma non è una cosa seria), California suite e A piedi nudi nel parco defamoso commediografo statunitense Neil Simon morto novantunenne il 26 di agosto.
Twist, Non ti conosco più, Bella figlia dell’amore: spettacoli di successo accanto ad artisti come Lia Zoppelli, Lina Volonghi, Andreina Pagnani, Oreste Lionello, Arnoldo Foà ,a Sergio Castellitto e Anna Proclemer.
La nostra Lauretta si cimenta anche in repertori drammatici, affrontando il repertorio goldoniano nelle Baruffe chiozzotte diretto da Ludovici, al Teatro Goldoni, in occasione della Biennale di Venezia, dove le sue doti recitative vengono messe in risalto ancora di più.
Il teatro le dà popolarità ma il successo nazionalpopolare è sancito dalle sue partecipazioni televisive e in special modo Canzonissima 1960, dove è affiancata da Aroldo Tieri e Lionello.
Tra le altre apparizioni televisive, in Studio 10 accanto a Lelio Luttazzi, Biblioteca di Studio Uno, nei film tv Il fornaretto di Venezia e Addio giovinezza.
Si spegne il 23 marzo 2010, all’età di 82 anni, in una clinica romana dopo un lungo ricovero, a causa dell’aggravarsi della sua malattia durata qualche decennio.
Le ceneri riposano al Cimitero di San Michele a Venezia, nella tomba della famiglia Masiero Favaro.
Concludiamo con una dichiarazione di stima e ammirazione da parte di Arnoldo Foà: «Era bella e brava. Sia nei ruoli comici e brillanti, sia in quelli drammatici. Aveva uno stile particolare, un’eleganza, un’ironia… e poi sapeva ballare, cantare. Un raro esempio di artista completa, come non ce ne sono più».
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