Sono passati anni forse quattordici, era una mattina piovosa, al lavoro mi arriva una telefonata. “Pronto, sono Loredana, nel viale una donna con una cesta in mano chiede alle persone se vogliono mantenere per un po’ di giorni un bambino, credo che se ne vogliano sbarazzare, che faccio?”
“Telefona subito alla polizia”, le dico agitato, lei ancora più agitata di me mi dice “Ho paura, che faccio?”. Un attimo, senza pensare, le rispondo “Prendi il bambino, stasera ritorno dal lavoro e chiamiamo la polizia”.
Passano le ore, chiamo Loredana “Cosa hai fatto?” Mi risponde più serena, ma tormentata “Ho preso il bambino, non potevo lasciarlo in quella cesta inzuppata di acqua. E’ magro, denutrito, si vede che è ammalato. La signora grassa di colore mi ha assicurato che si tratta di pochi giorni, il tempo che la mamma si rimetta in sesto e viene a riprenderselo, mi ha lasciato i suoi recapiti telefonici, è tutto regolare, si tratta solo di tenere il bambino per poco”,
“Almeno sai come si chiama?”

“Il suo nome è Manuele, ma non ho niente per sostenerlo, adesso in questo momento”.
“Va bene, cosa ti serve? Stasera ti porto io tutto”.
Loredana mi fa un elenco di piccole cose, La sera, dopo aver finito di lavorare, vado in farmacia e compro tutto l’occorrente, ritorno a casa. Loredana abita di fronte al mio appartamento, subito busso, entro e conosco Manuele, magro, più nero del colore della sua pelle piange. Lo prendo in braccio, poi Loredana gli cambia il pannolino, gli facciamo bere dal biberon il latte della farmacia, si acquieta Manuele. Arriva il marito di Loredana -loro hanno un solo figlio, lui è un operaio- appena vede il bambino si agita, si arrabbia, ci dice che siamo degli incoscienti, anche io mi altero, poi ci calmiamo e decidiamo di aspettare qualche giorno.
Al mattino successivo non vado al lavoro, la signora di colore si presenta e ci chiede ancora una volta di tenere Manuele per qualche giorno. La donna va via, non mi piace. Comunque Il bambino viene curato, accudito, visitato da un pediatra che lo trova semplicemente denutrito e disidratato. Meno male, pochi giorni e Manuele si riprende. E’ un bambino vispo, allegro, poi, una telefonata “Vieni subito a casa, vogliono portare Manuele a fare una passeggiata”. La voce di Loredana agitata più che mai.
” Non affidargli il bambino, digli che è ammalato, io arrivo”. Arrivo da Loredana che mi viene ad aprire bianca in viso, vado in cucina e trovo la signora grassa di colore, un’ altra donna e un uomo italiano. In disparte gli parlo con franchezza “Chi è questo bambino, chi sono queste persone?” Lui mi guarda, pochi minuti e mi racconta “La mamma lavora nei night club, era incinta se ne accorta all’ottavo mese. Sai, fanno una vita sregolata, volevano farla abortire e farle fare altre cose che non ti posso spiegare, non gli dare il bambino”.
Guardo la donna grassa, è volgare, cattiva, non ci penso su nemmeno un istante “Manuele non si muove da qua, fate venire la mamma e lo consegniamo a lei”. La donna cerca di replicare. Prima finge di non capire il mio italiano, poi diventa minacciosa, ma non mi faccio intimorire “La mamma deve venire qua e con i documenti alla mano , o chiamo la polizia”. Parola magica -polizia. Questa volta la donna capisce molto bene, vanno via promettendo che la madre di Manuele verr .
Infatti, dopo pochi giorni, si presenta una donna sui venticinque anni, minuta carina, gentile, ci spiega, con documenti alla mano, che è la madre di Manuele e non può accudire il bambino, visto la vita che conduce, ci prega di occuparci di lui. Loredana subito dice di s.
In seguito vengono firmati alcuni documenti per dimostrare che il bambino è affidato a Loredana in qualit  di baby-sitter, chiediamo se possiamo battezzare il neonato, la ragazza d  il suo consenso.
Oggi? Manuele è un “pezzo di ragazzo”, frequenta le scuole medie, è ben integrato in una societ  multirazziale, la sua mamma biologica lo viene a trovare spesso, tra di loro si è istaurato un ottimo rapporto, tra un po’ dovrebbe ricevere la Cresima. Non lo immagino, è altissimo, sembra un uomo grande e invece è solo un ragazzino. Mi chiedo ancora oggi questo pezzo di giovanotto che fine avrebbe fatto se in quella giornata piovosa Loredana non fosse stata al balcone? A volte guardo intenerito le foto del battesimo. Le foto di quando insegnavo Manuele a muovere i primi passi, a volte osservo intenerito i bambini di colore che passeggiano con mamme italiane e mi chiedo…

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