“Namibia, viaggio nella memoria primordiale”. Con  questa mostra, organizzata in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli, da domani, sabato 1 aprile, Marco Menduni  racconta la sua Africa, partendo dal vernissage pomeridiano al Pan (via dei Mille,60, ore 17).
Napoletano, classe 1972, l’autore approfondisce il suo itinerario di fotografie tra il viaggio e la conoscenza dell’altro, con una forte tensione al fotogiornalismo e al reportage sociale.
Diverse le esperienze espositive: nel 2008, al Museo memoriale della Libertà, di Bologna, con il lavoro “Tibet, natura e spiritualità”, iniziativa patrocinata dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune. Nel 2012  sarà di nuovo nella sua Napoli dove la Sala Carlo V del Maschio Angioino ne ospita gli scatti sulle dinamiche di inserimento dei migranti nel tessuto sociale napoletano, attraverso la toccante e singolare storia deghanese Amir e della sua famiglia. Il lavoro viene premiato dalla Scuola di cinema e fotografia di Napoli Pigrecoemme e diventa un fumetto grazie all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel febbraio 2015 alcune sue foto finiscono nel libro “Gli dei e gli eroi della Campania antica” di I. Sarcone, editore Laco (Napoli).
« Quello di Marco– spiega il curatore dell’esposizione , Luca Sorbo – è uno sguardo delicato e sensibile, profondamente indagatore, alla continua ricerca di istanti autentici. Non è fotografo di mestiere, ma la fotografia è diventata per lui una sua seconda pelle, un modo per vivere e condividere le proprie emozioni da semplice fotoamatore. Ha vissuto questo suo bisogno interiore a Calcutta in India, nelle regioni Himalayane del Tibet e del Ladakh, nel Centro America, in alcuni paesi del Maghreb e  in molti altri luoghi in cui si è recato. Ha cercato questa esigenza fotografica ovviamente anche a Napoli, la sua città, esplorando le periferie e la vita degli immigrati».
Allestito fino al 19 aprile,  l’evento è patrocinato dall’Amref (African Medical and Research Foundation), la più rilevante organizzazione sanitaria no profit in Africa.
In alto, uno degli scatti in mostra

 

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