Una festa della Repubblica, quella del 2 giugno 2018, che ha tenuto alto il morale degli italiani fino a sera quando lo storico programma satirico Blob, su Rai3, ha commentato le elezioni politiche, la formazione del governo e altre attualità del genere.
Ci hanno incantato i titoli a tre colori, ammiccanti allegorie, come ci hanno irretito gli ami di aggancio tra avvenimenti di oggi e retrospettive dell’altro ieri: un esempio, il greve passo più o meno marziale rimbombante in una sala del Quirinale e il greve passo dell’assassino avanzante verso la sedia a rotelle del giornalista de La finestra sul cortile: abbiamo preferito non approfondirne il nesso, ma una scena come quella può essere in casi come questi fortemente consolatoria, per merito di Hitchock e di James Stewart, ovviamente.
Nel tripudio di botte, risposte, motti e detti, allusioni e giudizi ci è sembrato di intravedere figure che forse aspettavano il loro turno, ma poi, forse per esigenze di tempi, si sono limitate a restare sullo sfondo, visibili, per la verità, solo per intuito.
L’Italia mia di Petrarca, di Leopardi, di Foscolo e i suoi relativi e disperati cantori si erano nascosti dietro lo stipite di una porta, ma da quell’angolo sembrava emanasse un sottile fil di fumo, come di un’anima stanca che esala il suo ultimo respiro.
Il problema è che, per questioni tecniche, tutto ciò era visibile solo agli spettatori non lontani dal settantesimo anno di età e oltre, che, dall’abbondantissimo menù a base di pizze, saltimbocca, casatelli poco cresciuti e tramezzini andati a male si sono limitati ad allontanarsi, cercando di non prendervi parte ma non senza avvertirne le insidie e i trabocchetti al buon funzionamento di uno stomaco normale.
Meno male che il buon umore facesse buon sangue. Peccato che non tutti ne abbiano il senso, del buon umore naturalmente, e che vi sia chi ne coglie il suo pieno significato e chi ne conosce solo la pseudoallegria fasulla e strillazzera: di quelli,per intenderci, che considerano un eroismo sul campo la battuta a costo zero contro un perdente o quelli che ritengono dono dell’ironia tradurre in risata il pianto, l’infinito pianto, l’infinito dolore, le terribile conseguenze e tutto quanto è lecito intravedere sotto gli avvenimenti che, beati loro, hanno fatto scompisciare dalle risate gli arguti organizzatori della trasmissione serale di Rai 3 del 2 giugno 2018.
Un’altra figura ridacchiava furbastra, ma ben in vista su una delle soglie: una figura d’informe ed enorme dimensione fisica giocava abilmente con alcune corone fuori mercato degli ex Stati sovrani, il disegno del Globo sull’informe tunica, una entità non meglio definibile, forse una specie oggetto di studio di scienziati, economisti e politici ma già fornita di una mente deliberante come Frankstein, osservava di sottecchi e, con voce chioccia, borbottava: “E che vi credevate, che mi sarei accontentata di succhiare sangue e significato solo al vostro elitario, nazionalistico, patriottico, raffinato Souvenir?”.
Certi di esser caduti in un incubo, ci è sembrato di sentire:”… e non sapete che altro ancora vi aspetta….”.
In foto, una sala del Quirinale