Graus edizioni/Il diario di Lela. Michael Weinberg narra una storia di ordinari abusi, dedicata alle vittime di violenza

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“Il diario di Lela. Storia di ordinari abusi” è il nuovo romanzo di Michael Weinberg pubblicato da Graus Edizioni nella collana Berkana che, come il suo nome suggerisce – è infatti la Runa dell’energia femminile, della fecondità, della rinascita e della rigenerazione – è incentrata sul racconto di storie di donne che hanno subito violenze ma che ce l’hanno fatta, riuscendo a trarne e a trasmettere un insegnamento positivo.
Lela, la protagonista dell’opera, è stata una di quelle vittime: il romanzo è infatti basato su eventi realmente accaduti a questa donna coraggiosa, che ha avuto la forza di uscire dal baratro degli abusi anche quando ormai era convinta di non avere più né la motivazione né la volontà per riuscirci.
Michael Weinberg narra una storia dura e dolorosa dedicata a tutte le vittime di violenza; Lela è un simbolo potente, che fa riflettere su questo cancro della società ma anche sul coraggio di chi si ribella alla sua condizione.
La donna ha raccontato senza censurarsi le vicende che l’hanno vista protagonista e, insieme all’autore, ha deciso anche di pubblicare parti dei suoi diari, che diventano una preziosa testimonianza di quello che accade nella psiche di una vittima di violenza sessuale. Dalle sue dirette parole si può conoscere la paralizzante paura che ha provato, il disgusto per sé stessa e il senso di colpa per non essere stata abbastanza forte da contrastare le bestie che si sono approfittate di lei; allo stesso tempo apprendiamo della reazione immediata che ha avuto: il rifugio ossessivo nel cibo per consolarsi, non capendo di farsi ancora più male – «Sono sbagliata io, colpa mia che non riesco a comunicare e che non so reagire. In questo stato il cibo è il rifugio per colmare il vuoto, un copione già visto. Mangiare mi aiuta a non pensare. Il cibo cancella il senso di colpa che ho dentro di me. Il nulla che sento svanisce col cibo. Poi la nausea, i conati. Ho vomitato a più riprese per tutta la notte. Al mattino avevo gli occhi contornati di viola, il mio sguardo vacuo. L’ombra di me stessa, ho paura».
Lela ha dovuto subire più di una violenza; nel corso degli anni è stata annientata e si è annullata lei stessa, perché spesso le vittime di abusi si vergognano, come se fosse stata colpa loro; l’istinto di sopravvivenza è però più forte: Lela ce l’ha fatta alla fine, e in questa intensa opera ci racconta della sua straordinaria rinascita. (Luisa Velardi)
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