Nel romanzo thriller “Sono nato in Louisiana” di Walter D’Alessandro si racconta una storia brutale ma che ha un nucleo delicato, fatto di empatia e di comprensione del dolore altrui; il protagonista dell’opera è John Reginald Powell, un nero della Louisiana trapiantato da bambino a New York, che un sabato mattina si presenta in una stazione di polizia imbrattato di sangue e con un’ascia al seguito: vuole essere arrestato perché ha fatto del male, anche se da subito appare confuso su quale delitto abbia compiuto.
L’autore stravolge il classico schema del thriller, in cui di solito si narrano le indagini per scoprire il colpevole di un’azione violenta, presentando sin dalle prime pagine il responsabile di tale atto; sarà il movente, che ha spinto il protagonista a compiere una serie di delitti efferati, il vero focus dell’opera.
John appare un uomo indecifrabile, sicuramente divorato dal suo lato oscuro e incapace di spiegare con chiarezza ciò che è avvenuto prima di costituirsi: «Nelle ultime ventiquattro ore era successo qualcosa di assolutamente inaspettato, qualcosa capace evidentemente di soffocare tutti i suoi sogni e di scaraventarlo, per una qualche ragione, nel vortice di una disperazione profonda. Nella sua vita, nella sua esistenza, nel suo animo più profondo, improvvisamente, l’angoscia e la follia avevano preso il posto della ragione. E così l’uomo alto e possente, il signor Powell, aveva attraversato l’ingresso molto lentamente, con passo strisciante, indolente».
I detective Mark Alessi e Silvio Brugger hanno l’incarico di dipanare un’intricata matassa; ben presto cominciano ad essere scoperti dei cadaveri brutalmente mutilati: sono tre uomini giovani, e purtroppo nella conta delle vittime ci sono anche due bambine di dodici anni.
È possibile che John, considerato un membro rispettabile della società e stimato professore universitario, possa aver distrutto tante vite senza un apparente motivo? Alternando questo drammatico presente con la narrazione del passato di John in Louisiana, utilizzato dall’uomo per compiere brevi evasioni dalla sua tremenda situazione attuale, l’autore ci conduce in una storia ricca di riflessioni sulla natura umana; il protagonista sembra essere dominato dalla pazzia ma forse, in realtà, anch’egli è la vittima di una situazione che sarebbe insopportabile per chiunque.
Walter D’Alessandro sa bene come avvincere il lettore; nello sviluppo delle indagini tutto si confonde sempre di più, e quando si arriva al colpo di scena finale lo strazio è tanto grande da turbare profondamente il lettore: la verità, a volte, fa davvero troppo male. (Marco Santelli)
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Walter D’Alessandro
“Sono nato in Louisiana”
Casa editrice: Gruppo Albatros Il Filo
Collana: Nuove voci. Strade
Genere: Thriller
Pagine: 232
Prezzo: 14,90 euro
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Gruppo Albatros Il Filo/ “I was born in Louisiana” by Walter D’Alessandro: when a college professor becomes a killer
Walter D’Alessandro’s thriller “I was born in Louisiana” is a brutal story but one that has a delicate core of empathy and understanding for the pain of others; the work’s protagonist is John Reginald Powell, a black man from Louisiana transplanted as a child to New York City, who shows up at a police station one Saturday morning smeared with blood and with an axe in tow: he wants to be arrested because he has done evil, although from the outset he appears confused about what crime he has committed.
The author twists the classic pattern of the thriller, in which the investigation to discover the culprit of a violent act is usually narrated, by presenting from the very first pages the person responsible for that act; it will be the motive, which drove the protagonist to commit a series of heinous crimes, that will be the real focus of the work.
John appears to be an indecipherable man, surely consumed by his dark side and unable to clearly explain what happened before he turned himself in: “In the last twenty-four hours, something absolutely unexpected had happened, something evidently capable of suffocating all his dreams and throwing him, for whatever reason, into the vortex of deep despair. In his life, in his existence, in his innermost soul, suddenly, anguish and madness had taken the place of reason. And so the tall and mighty man, Mr. Powell, had crossed the hall very slowly, with a creeping, indolent step.”
Detectives Mark Alessi and Silvio Brugger are tasked with unraveling a tangled bundle; soon brutally mutilated corpses begin to be discovered: they are three young men, and unfortunately in the body count there are also two 12-year-old girls.
Is it possible that John, considered a respectable member of society and a respected university professor, could have destroyed so many lives for no apparent reason? Alternating this dramatic present with the narration of John’s past in Louisiana, used by the man to make brief escapes from his dreadful present situation, the author leads us into a story full of reflections on human nature; the protagonist seems to be dominated by madness but perhaps, in reality, he too is the victim of a situation that would be unbearable for anyone.
Walter D’Alessandro knows very well how to enthrall the reader; in the development of the investigation everything becomes more and more confused, and when the final twist is reached the heartbreak is so great that it deeply upsets the reader: the truth sometimes hurts too much.