La rubrica “I colori della libertà” si occuperà oggi delle persone FtM (FtM – Female to Male) è una sigla della lingua inglese utilizzata per indicare una persona il cui sesso assegnato alla nascita era femminile e che è in transizione di genere o ha completato la transizione a maschio.
Spiegheremo cosa significano queste sigle, le sofferenze nel fare questo percorso così importante per acquisire la propria identità di genere, ancora, le difficoltà giuridiche e quella della burocrazia sanitaria italiana, ma anche dei momenti di vittoria, di amore.
Questo mondo è poco conosciuto dalla massa, ma grazie a uomini che hanno deciso di essere liberi nella loro libertà, aprendosi al mondo intero, di dichiarare la loro vera natura e identità, grazie alle persone che hanno dato coraggio a chi si nascondeva per paura o essere giudicato, si è accesa un po’ di luce nelle tenebre del silenzio.
Così abbiamo seguito attraverso Tik Tok live dove uomini FtM rispondono a domande, mettendo a nudo la loro anima (sinceramente a volte le domande sono morbosamente inutili). Anche noi le abbiamo rivolte ai tiktoker FtM del momento.
Sei un bellissimo ragazzo, ma se un uomo gay ti corteggia, qual è la tua reazione?
Non mi dà fastidio -risponde H- anzi mi piace essere corteggiato, sinceramente a volte frequento locali gay per soli uomini, dove ho avuto piacevoli incontri. Questo chiaramente dopo aver fatto il cambio anagrafico perché in questi locali bisogna essere tesserati.
J risponde anche lui alla stessa domanda.
La mia reazione è semplicemente un gentile “No grazie”. Mi sento un uomo etero, non amo il corpo maschile.
J hai subito ostracismo da parte dalle unità ospedaliere? Atti di transfobia?
Molti sorrisetti curiosi da parte di infermieri o anche di dottori, ma non sempre, spesso sono trattato come un paziente che va seguito nel suo percorso complicato e doloroso… le persone stupide le trovi sempre in ogni angolo. Atti di transfobia? Paradossalmente quasi mai, forse perché il mio aspetto di uomo “rude” intimorisce i cretini che vorrebbero sfottermi. Ma anche perché se io non dichiaro di essere un FtM, sinceramente nessuno se ne accorge, insomma vivo la mia condizione in modo naturale come tutti i ragazzi del mondo.
In effetti J è ben piazzato, la sua stazza incute timore. Questo ferma la vigliaccheria dello scemo di turno.
Chiediamo ancora la reazione al momento del coming out da parte del nucleo familiare e del contesto sociale dove si vive. Anche in questi casi le risposte sono state dissimili. Ogni storia è diversa in base alla condizione sociale, familiare, ma anche del luogo dove si vive.
Abbiamo avuto l’impressione che l’accettazione è più semplice nei nuclei familiari e nelle zone “nazional popolari” dove si vive una quotidianità operaia di persone proletarie dedite alla lotta alla sopravvivenza… ma questa è solo una nostra riflessione. Chiaramente ogni storia è a sé.
C’è chi a fatto coming out e chi ha subito l’outing. Allora le reazioni sono state diverse. Ci sono uomini che sono stati allontanati da casa, mentre altri sono stati amorevolmente accompagnati nel loro percorso, uomini che comunque vivono in casa di genitori ipocriti che fanno finta di non essere a conoscenza di nulla, malgrado il coming out. Sicuramente anche loro soffrono per il figlio ma non ne vogliono parlare…
Chiediamo ancora. Le domande sono solo domande, sarebbe bello che il tuo cuore rispondesse a una domanda mai fatta, e che avresti voluto rispondere. J e H hanno dato quasi le stesse risposte.
H: ll mio desiderio è una famiglia composta da moglie, figli, magari in futuro vorrei diventare nonno, sono sicuro che sarei un marito, e padre premuroso e desideroso di dare tanto amore. Spero proprio che le leggi attuali cambino, dandoci la possibilità di donare tanto amore. A volte nei vari Pride guardo con allegria le famiglie Arcobaleno, vedo gli occhi dei bambini, felici, allegri, vorrei abbracciarli tutti… vorrei far parte anche io di quei nuclei familiari.
J: Desidero Una famiglia (poi sorridendo dice) così smetteranno un giorno di dire “La famiglia è composta dalle figure di madre e padre. ” Oppure altr frasi del tipo “Quando accompagni i bimbi a scuola gli altri ragazzi che dicono? Non pensi che metteresti in difficoltà il bambino?”
Anni fa, se un genitore era divorziato, la gente demonizzava il bambino dicendo “Sei figlio di genitori separati”, se una donna decideva di abortire, veniva addidata. Oggi tutto questo (quasi ) non succede più. Il tempo fa cambiare le cose.
Oggi ci sono leggi, regole e soprattutto associazioni in sostegno delle persone FtM e MtF, come Atn ( Associazione transessuale napoli). Insieme a Dedalus è stata la prima a occuparsi delle persone trans, con sportelli di ascolto, di accompagnamento del percorso di transazione. Tutelando cosi i diritti delle persone trans e gender diversi.
Chiediamo a Loredana Rossi fondatrice e attuale vicepresidente di Atn. Come funziona il cambio anagrafico? La signora Loredana Rossi gentile è disponibile ci spiega.
«La persona che intende cambiare sesso e genere anagrafico, o le persone transgender in generale, potranno richiedere un incontro alla nostra struttura, noi offriamo servizi per il percorso di affermazione di genere per iniziare un percorso di transazione con psicoterapeuta (specializzata nell’affiancamento e supporto durante il percorso di transizione per il cambio di sesso), endocrinologo, psicologo. poi con la relazione psicologica si viene accompagnati dal legale dell’associazione Ileana Capurro (attivista, avvocato e presidente di Atn, donna determinata e concreta) per poter percorrere il sentiero del cambio del nome all’anagrafe e degli interventi per la mascolinità.
La durata del percorso è soggettiva, per giungere anche legalmente alla riattribuzione del sesso e del genere anagrafico. È bene precisare che solo al termine del percorso di affermazione di genere si potrà avanzare domanda al Tribunale competente per ottenere l’autorizzazione alla riassegnazione del genere anagrafico e al cambiamento del nome».
Atn si appoggia a Dedalus cooperativa sociale in Piazza Enrico de Nicola, 46/scala A. La Dedalus ti riceve con grande professionalitá e preparazione consolidate da anni. Progetti in crescita e lavoro costante per e con immigrati, donne, i minori, gli abusati.
Non è da meno Antinoo Arcigay Napoli, che offre servizi, sostegni per le persone FtM, ma per tutte le persone LGBTQI+ , quarant’anni di attivismo concreto, funzionale. La sede è in Vico San Geronimo, 17 a Napoli.
Per immergersi in questo mondo per molti versi sconosciuto e anche snobbato, consigliamo di leggere un bellissimo libro di Alessio Avellino, agente di Polizia di Stato, autore di “Non è stata colpa mia”. Una storia forte, la sua, sincera, vissuta con dignità e coraggio.
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NOTE
1) Il cambiamento più importante è in realtà giurisprudenziale ed è del 2015. La Corte di Cassazione ha infatti stabilito che per cambiare sesso non è più necessario l’intervento chirurgico. Per cui la parte interessata ha la piena facoltà di scegliere se eseguire l’operazione oppure no, in base alle proprie esigenze psicologiche o mediche
2) Generalmente, il percorso psicologico varia caso per caso, in base alle esigenze della persona in transizione. Dopo la diagnosi di disforia di genere è possibile iniziare subito la terapia ormonale. A questo punto, è possibile anche iniziare subito l’iter legale in tribunale. La durata del processo in tribunale dipende da quello competente.
3) Il coming out sottintende una scelta. L’outing è una rivelazione fatta da altri e ad altri che la persona in questione subisce contro la sua volontà o comunque senza avere dato il proprio permesso.
4) Il percorso di transizione deve ritenuto concluso anche in mancanza di operazioni chirurgiche demolitive (come la mastectomia e l’isterectomia) e ricostruttive dei genitali (falloplastica) a cui si sottopongono alcune persone trans. Secondo due importanti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale l’intervento chirurgico di riattribuzione di sesso non è necessario o obbligatorio nemmeno per la riassegnazione del nome e del genere anagrafico.
5) Il termine transgender include la preposizione latina trans, che significa “al di là”: una persona transgender è quindi una persona che si riconosce nel genere opposto rispetto al sesso biologico. Il termine, che si oppone a cisgender, include anche il concetto di transessuale e di non binary gender, termine che indica chi si sottopone alla transizione da un sesso all’altro. Per rivolgersi a una persona transessuale si utilizza il pronome corrispondente alla sua identità di genere e non al sesso biologico.
In foto, la libertà rappresentata da una mongolfiera (Pixabay)