Riprendiamoci napoletani: è un’incitazione a risollevarsi il nome dell’associazione fondata da Daniela Villani, napoletana che ha rinunciato ai panni di signora dei salotti per vestire quelli di cittadina impegnata. “Potevo starmene a casa e guardare il golfo dalla finestra raccontando a me stessa che Napoli è perfetta, ma non è cos. E voglio dare ai miei figli una citt migliore” racconta.
L’associazione si è riunita questa mattina a Palazzo Serra di Cassano per un incontro incentrato su un problema, quello della spazzatura, che lungi dall’essere risolto come vogliono farci credere in molti, sta peggiorando e generando scorciatoie ai limiti della legalit e di senso opposto alla tutela ambientale.
Piccola nota dolente: l’incontro è cominciato con quaranta minuti di ritardo, non un buon inizio se il messaggio è il rispetto da ritrovare tanto più che per recuperare tempo i relatori sono stati interrotti bruscamente. Presenti e con dati concreti e avvilenti, gli invitati: Antonio Martella, oncologo e tossicologo dell’ospedale Pascale, Doriana Sarli del coordinamento regionale rifiuti, Raffaele Spagnuolo presidente regionale dell’associazione Amici della terra e Emilia Santoro scrittrice e coautrice del dossier Chiaiano Emergenza Ambientale e Democratica.
Proprio di quest’ultima è la testimonianza più accorata, un ritratto ad ampio raggio delle implicazioni politiche economiche e criminali: “globalizzazione e economicismo dilagante hanno fatto scomparire il futuro e ora si aspetta la fine della crisi senza capire la portata di quello che realmente sta succedendo spiega e aggiunge – il 23 settembre 2008 è una data che in pochi conoscono ma è importante: è l’earth overshoot day, il giorno del sorpasso, in cui il livello del consumo ha superato la capacit della natura di rigenerarsi. I partiti lustrano le scarpe alle multinazionali e tengono la cittadinanza fuori dai processi decisionali per blindare il proprio potere”. Insomma poco resta alle persone normali e ai tanti che per esempio si impegnano nella raccolta differenziata con fiducia, pur essendo all’oscuro di ciò che accade ai rifiuti dopo essere stati raccolti. A spiegarlo è Raffaele Spagnuolo che con l’associazione Amici della terra di cui e presidente in Campania affronta la questione ambientale “dal punto di vista scientifico non ideologico”.
“Il ciclo integrato dei rifiuti di cui tanto si parla spiega potrebbe essere un sistema efficiente solo se si avessero gli strumenti giusti e nella nostra regione non ci sono. Basti pensare che i rifiuti organici che sotto forma di compost dovrebbero restituire alla terra l’humus, sono spediti in Sicilia, a forti spese nostre, perch qui non abbiamo impianti di compostaggio. E in ogni caso non bisogna dimenticare che anche nel caso di riciclo, molta parte del materiale viene scartata e diventa nuovamente spazzatura”. Quale potrebbe essere la svolta? “Bisogna agire a monte e ridurre la produzione di immondizia incentivando il riutilizzo”.
Interventi di qualit fatti con consapevolezza, promossi da un’associazione che come altre in citt , cerca di colmare il vuoto creato dalle istituzioni, sempre più asserragliate nei palazzi.
Per saperne di più: www.riprendiamocinapoletani.blogspot.com
Nell’immagine in alto, l’incontro a Palazzo Serra di Cassano, in basso la Emilia Santoro e Raffaele Spagnuolo