«La mia prima biblioteca avevo dodici anni fu una cassa rossastra di legno grezzo colma di libri intonsi (vale a dire le pagine ancora da aprire con il tagliacarte) che mia madre aveva accumulati quando, poco più che ventenne, lavorava come redattrice dall’editore Facchi di Milano».
Cos Cesare Capone in “Tutti i libri del mondo dalla tavoletta di argilla alla tavoletta elettronica” (Guida Editori, pagg. 188, euro 10.20).
Un viaggio che parte dalla più antica lettera d’amore finora conosciuta, incisa su argilla, fino ad arrivare al libro elettronico.
Un percorso che fotografa, con puntualit , le tappe di civilt e popoli attraverso il libro, la sua forma, il suo estetismo, i suoi contenuti. Una bibliofilia che tocca greci, romani, arabi, un legame forte, morboso per alcune nazioni, ossessivo per altre. E poi le biblioteche, queste “case della saggezza” aperte al mondo.
Nel II secolo a.C. a Roma gi esistevano biblioteche private, roba solo per parenti e ristrette cerchie di amici, con libri sottratti a seguito delle guerre in Grecia e Asia Minore.
Emilio Paolo, Silla, Lucullo, grandi condottieri, durante le spedizioni militari razziavano libri. Vitruvio (I secolo a.C.) fissò alcune norme per la migliore conservazione dei libri «Le camere dove sono le biblioteche devono essere rivolte al Levante, poich il loro uso vuole la luce del mattino». Ma la biblioteca più fornita era quella di Varrone (116-27 a.C.) che contava 600 volumi, compresi i suoi settantaquattro fra saggi e monografie.
Francesco Petrarca doveva diventare notaio, per volere di suo padre Pietro di Parenzo di Garzo dell’Incisa, soprannominato “ser Petracco”, ma non segu quel volere per soddisfare la sua bramosia per i libri, accanito cercatore di manoscritti di opere andate perdute, sepolte per lo più nelle biblioteche di monasteri. Diventò il poeta della chiarezza, il primo “artista”.
Nel 1823 il giovane avvocato Antonio Panizzi, per fuggire da un mandato di cattura infertogli dal tribunale speciale voluto dal Duca di Modena Francesco IV, scappò in Inghilterra. Cinque anni dopo, grazie ad amicizie politiche e di intellettuali, gi ricopriva la carica di professore alla University York College. Ancora tre anni dopo assistente bibliotecario aggiunto al British Library. In appena due anni dall’arrivo di Panizzi quell’istituto culturale passò da 51 mila a 250 mila volumi. Oggi ospita oltre 10 milioni di libri, una delle biblioteche più ricche al mondo.
Ma il confronto si sposta con il mondo del virtuale, gli ebook.Una biblioteca planetaria con miliardi di pagine in rete, leggibili e consultabili a chiunque abbia un computer. Volumi antichi e moderni da vedersi su un tablet o meglio ancora su ereader (lettore specifico di ebook).
L’evoluzione nel campo culturale ha permesso che la lettura passasse da un affare per pochi a prodotto di massa, a portata di tutti.
Ma non tutto va bene. Su 7,1 miliardi di persone circa 3 miliardi possono accedere ad internet, ci il 61% delle persone. Mentre il 39% ancora non può permettersi l’uso dei mezzi multimediali.
Cesare Capone qualifica e quantifica una discussione che fa riflettere.
La pervasivit dei nuovi mezzi di comunicazione sconvolge la modalit d’approccio con il sapere; le librerie online sono aperte h24, si hanno a disposizione milioni di titoli con prezzi più o meno competitivi e sono visitabili in pochissimi secondi. E’ probabilmente la competizione economica a muovere a velocit della luce questo mondo in cui è possibile ottenere tutto e subito. Ogni barriere fisica è abbattuta, si passa da un mondo all’altro a colpi di mouse. Anche l’economia della conoscenza non può fuggire dalla emancipazione del denaro. Oggi qualsiasi transazione economica la si può fare da seduti; un pagamento, una commessa, un servizio. Si abbattono tempi d’attesa e si risparmiano movimenti.
Questi “nativi digitali”, ovvero questi giovani che privilegiano il computer, lo smartphone, il tablet, poco si confrontano con quei luoghi fisici delle biblioteche, gli archivi, le emeroteche. Queste nuove generazioni hanno gi superato il cosiddetto analfabetismo di ritorno, a differenza di genitori e nonni.
Ma non tutto è cos veloce.
Queste opportunit possono anche richiamare un ritorno all’uso delle biblioteche e dei luoghi tradizionali della saggezza. Oggi si vedono superfici commerciali che vendono libri con luci particolari ed attrattivit estetica, luoghi di appuntamenti tematici, in qualche caso si mescolano cultura e arte culinaria, dove è piacevole passare ore a consultare, sfogliare, passare da un titolo all’altro senza comprare.
Fra qualche decennio, oggi ancora no, è possibile che i “due mondi” raccontati da Capone raggiungano un punto di equilibrio e di “pacifica coesistenza”, dove ognuno è libero di interagire con la modernit senza che si perda il fascino dell’antico, ovvero la frequentazione di quei luoghi sacri che hanno accompagnato la cultura di civilt e popoli in millenni di storia.
Nella fo to, la copertina del libro