Nel maggio napoletano dedicato a Totò non poteva mancare la musica. In una sede bellissima, restituita al culto e ai cittadini dopo decenni di chiusura, nel 2012, con uno spettacolo firmato e interpretato da Moni Ovadia, attore, regista, musicista, bulgaro, di origine ebraica sefardita. Nella basilica San Giovanni Maggiore, affidata dalla Curia alla Fondazione Ingegneri Napoli, presieduta da Luigi Vinci, che, da cinque anni, attraverso un intenso programma culturale, ne cura il rilancio con cura e dedizione, per farla conoscere a napoletani e turisti, in un angolo antico di Napoli, nel largo omonimo, accanto alla storica sede dell’Università l’Orientale di Napoli, Palazzo Giusso.
Nel mese celebrato sotto il segno del sorriso di una maschera dall’identità sempre moderna, la chiesa, che risale ai tempi dell’imperatore romano Costantino, celebra Totò. Complice, il concerto ideato dalla giornalista e scrittrice Anna Maria Siena Chianese dal titolo “Burattino, principe e gran signore. Perché… signori si nasce”, martedì 16 maggio alle 19.
Ricco il programma per gli amanti della canzone napoletana. Autore, non solo Totò, ma anche Peppino De Filippo che di Antonio De Curtis fu partner cinematografico in film indimenticabili. I brani: Lassammoce, Mari’, Che me diciste a ffa’, La donna, Ma che dulore, ‘A passiona mia erano ‘e rrose. Ma anche Salvatore Di Giacomo con la sua Era de maggio, messa in musica da Mario Pasquale Costa. Le canterà, accompagnato dalla propria chitarra, Raffaele Mancini. Tra le proposte dell’incontro, la voce recitante di Antonio Giorgio e le tarantelle di Prokofieff e Rossini; al pianoforte, la raffinatezza del tocco di Rosario Ruggiero. Serata da non perdere, con ingresso libero.
Spiega Siena Chianese: «Napoli non ha mai interrotto col suo clown-principe la corrispondenza d’amore. Sul suo altarino al Cimitero del Pianto, dove gli fanno compagnia tra gli altri Nino Taranto ed Enrico Caruso, Totò riceve caramelle, sigarette e, quotidianamente, la sua posta dove Napoli lo ringrazia, gli chiede consigli, aiuti e qualche miracolo. La memoria della sua carità silenziosa e segreta continua a vivere nel rione Sanità, dove si aspetta che il Museo a lui dedicato venga alla luce».
Tutti i napoletani sono orgogliosi della sua eredità artistica. «Le poesie e le canzoni – continua l’ideatrice dell’iniziativa- appartengono alla tradizione di Napoli, in omaggio alle profonde radici napoletane alle quali Totò attinse la sua arte. Le sue poesie dedicate all’amore potrebbero per finezza appartenere alle antiche liriche dell’amor cortese che, se anche cede il passo alla passione, lo fa porgendo alla donna amata una rosa. Tra le canzoni, una è dedicata a Totò, una al trionfante Maggio che a ogni suo ritorno c’innamora, una a Peppino De Filippo, l’altra metà della coppia di tanti irripetibili, e troppo tardi compresi, capolavori».
Nella basilica , oltre a una magnifica mostra dedicata a “crocifissi” di capolavori del passato, un’esposizione contemporanea, “Sos Partenope, cento artisti per il libro della città”, per sostenere e finanziare il progetto di crowdfunding finalizzato alla traduzione in italiano del libro dello scrittore francese, cittadino onorario di Napoli, Jean-Noël Schifano Dictionnaire amoureux de Naples (Dizionario appassionato di Napoli).
L’evento, organizzato dalla casa editrice (portale, e-magazine) ilmondodisuk, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli, dopo il successo di pubblico e critica a castel dell’Ovo, è approdato nella Basilica, gentilmente accolto dall’ingegnere Vinci, che si prodiga da tempo nella costruzione di sinergie culturali, partendo dal complesso monumentale, per incentivare le offerte turistiche della città, restituendole il ruolo di capitale della cultura e dell’arte.
Il finissage è previsto venerdì 9 giugno con Schifano.