Il diritto alla vita, il diritto alla libert , il diritto di cercare la felicit : queste in sintesi le tre espressioni dell’American way of life, al quale hanno reso omaggio al teatro grande di Pompei prima la sovrintendente Rosanna Purchia e subito dopo il console generale americano a Napoli, J. Patrick Truhn. L’occasione è stata offerta dal concerto dei Solisti e dell’Orchestra dell’Accademia del teatro alla Scala, organizzato per il Campania Teatro Festival Italia dal teatro di San Carlo in sinergia con le istituzioni americane (consolato generale degli Stati Uniti a Napoli, Nato e Marina americana), per celebrare la festa nazionale dell’Indipendence Day.
E se a quei diritti prima citati aggiungessimo il diritto di ascoltare buona musica, tanto spesso negato? Come anche in questo caso, in cui il direttore d’orchestra, Marco Guidarini, ha cercato di far quadrare le varie sezioni dell’orchestra, senza realizzare il suo intento. L’orchestra era davvero eccellente, basti pensare al primo violino, alle viole e al timpanista, giusto per limitarci ai casi più evidenti. I problemi sono sorti quando il gesto- purtroppo effettivamente poco chiaro- non riusciva a impartire indicazioni nette: da qui qualche sfasatura, attacchi imprecisi, conclusioni non perfettamente sincrone. E poi, che dire? L’agogica sembrava essere fuggita, la dinamica soppiantata da un suono monotono, privo di colore, freddo e asettico.
La prima parte della serata è stata dedicata al genio verdiano, di cui sono state eseguite la sinfonia de "I Vespri siciliani" e alcune pagine da opere e dal requiem. Poco interessanti le voci di Marika Gulordava (soprano), Jaehui Kwon (tenore) e Jong Min Park (basso). Soltanto Anna Victorova (mezzosoprano) si è imposta all’attenzione del pubblico per tono di voce, presenza e capacit interpretative.
Il concerto si è concluso con la Sinfonia n. 4 op.90 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, più nota come "Italiana". Il pubblico, prevalentemente composto da cittadini americani, era tutto intento a celebrare la festa nazionale, con tanto di vini e cibarie che hanno trasformato l’intervallo in un silenzioso party: forse anche per questo non è andato troppo per il sottile, ha trascorso una bella serata fuori casa, tributando un successo a Guidarini, chiss quanto meritato, che ha risposto con un bis: ci si aspettava una pagina di un compositore americano, ma abbiamo ascoltato nuovamente il quarto movimento della sinfonia "Italiana". Dopotutto, il nostro è pur sempre un Paese alleato…
Nella foto, l’orchestra dell’Accademia del teatro alla Scala