Giramondo. Artista poco più che trentenne. Che unisce la musica alla letteratura. «Ci sono tantissimi scrittori musicisti. Nel mio caso, la musica è venuta dopo la scrittura. Prima la parola era orizzontale, distesa sulla pagina. L’ambizione era di farla mettere in piedi, perché camminasse e si muovesse ancora più rapidamente. Alzare la parola, che è il mio unico strumento (non la voce, non la chitarra) è quanto di più difficile potessi immaginare di fare ». Si presenta con semplicità, Alessio Arena, napoletano, classe 1984.
Ha appena lanciato in distribuzione digital e streaming (visibile anche su youtube) il video (di Claudio D’Avascio) dedicato al brano Diablada che è solo un assaggio dell’ultimo lavoro discografico, Il mare minore. Questa volta ha scelto di esprimersi solo in italiano (e napoletano).
Alessio si è continuamente diviso tra due lingue, arrivato con la mamma in Catalogna all’età di 6 anni. «Ho sempre fatto la spola tra Napoli e Barcellona. Ho imparato lo spagnolo nello stesso tempo in cui le maestre della mia scuola a Napoli mi proibivano di parlare napoletano e mi insegnavano l’italiano».
Eclettico della cultura. «Il mio lavoro creativo -sottolinea- è abbastanza schizofrenico. Esiste poca premeditazione dietro i miei lavori. Certo non sono improvvisati, né ingenui. O almeno la mia pretensione è che non lo siano. Mi sono trovato spesso a lavorare su un’idea di romanzo che poi è diventato disco, di una canzone che si è trasformata in narrazione scritta. La traduzione viene dopo. Per me è un formidabile esercizio di letteratura. Ma non traduco mai le mie canzoni. Ne faccio delle versioni autonome nelle lingue che conosco. E in ogni caso succede molto raramente».
Premiato per la sua traduzione italiana di Un figlio, opera del catalano Alejandro Palomas (Neri Pozza), autore dei romanzi “L’infanzia delle cose” (Premio Giuseppe Giusti Opera Prima) “Il mio cuore è un mandarino acerbo”, “La letteratura tamil a Napoli” (secondo classificato al Premio Neri Pozza) e del romanzo breve, “La casa girata”, Alessio adesso si trova nel Cile settentrionale.
Dopo essersi fermato in questi giorni a Iquique, città stretta tra il Pacifico e il deserto, si è spostato ad Arica, frontiera con il Perù, ospite del concerto di Manuel García, il più acclamato di trovatori cileni moderni. Porto del Nord, dove c’è l’abitudine di indossare maschere di diavoli, cantando e ballando per la Madonna del Carmine.
Il nuovo disco è un ritorno a casa. «Voglio cantare in italiano (e in napoletano) – spiega- Dopo aver circumnavigato, in questi anni, la mia identità musicale, vorrei avventurarmi adesso verso il suo centro. Iniziare con il palco dell’Ariston, dove sono stato ospite del Premio Tenco (in ottobre, ndr), mi è sembrata una grande opportunità. Vorrei cantare questa ricerca costante senza dimenticare i suoni del mondo che ho raccolto e ho fatto miei. Non ho l’ambizione di trasformare la canzone popolare, ma di farla quanto più somigliante a me».
“Diablada” rappresenta una contaminazione di sonorità. Liberamente ispirato a un ritmo tipico del nord del Cile, quello della “Diablada Tiraneña”, danza di forte connotazioni spirituali e preispaniche. Ma anche a musicalità nostrane. La potenza del divino è al centro anche del rito penitenziale dei “battenti” che si svolge nel beneventano, a Guardia Sanframondi, ogni sette anni, richiamando migliaia di fedeli.
“Preghiera laica” che è stata realizzata con la banda di percussioni “Bateria Pegaonda” e una strumentazione tradizionale ma anche contemporanea, diretta da Arcangelo Michele Caso. Un canto di speranza per allontanare i demoni: quelli di ieri e quelli di oggi, quelli individuali e quelli collettivi, che distruggono l’umanità e il suo universo attraverso l’odio, le guerre, la violenza. Il singolo, prodotto da BE.BO. Film Music Art srl di Andrea Sacco, ha il patrocinio morale della Provincia di Benevento e del Comune di Napoli.
Progetto in cantiere di Alessio, “Atacama”. «Un viaggio di canzoni, storie e incontri in due mesi in Cile che racconto attraverso una specie di docureality sul mio canale di youtube e sulla mia pagina facebook».
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Nella foto in alto di Luigi Maffettone, il cantascrittore Alessio Arena