È tempo di elezioni, ormai siamo alle urla solitarie di leader politici dimezzati, di personale più avvezzo ai talk show che a risolvere i problemi del paese. Ricette risolutive buone per ogni stagione dell’anno, proclami stonati e programmi autonomi nonostante le alleanze elettorali.
Tuttavia il tempo passa inesorabilmente, per esempio Silvio Berlusconi venti anni fa discettava sul Bunga Bunga, oggi propone dentiere per gli anziani.
Gelmini non è riuscita a far passare la divisione dell’Italia nello schieramento del centro-destra (leggi Autonomia Differenziata) e oggi si sposta nell’altro campo per avere più possibilità di riuscita, per lo stesso infame e sciagurato disegno, di spaccare in due il paese.
Carfagna da ministro per il Sud è riuscita addirittura a “privatizzare” la discussione sul Mezzogiorno, discutendo un Piano per il Sud in casa di professionisti a servizio delle imprese. Dallo Svimez, che studia le condizioni economiche del Mezzogiorno, alla Ambrosetti Spa, un gruppo di interesse a fini evidentemente privatistici. Mai nessuno era arrivato a tanto.
Il segretario del Partito Democratico, questa volta, riesce anche a superarsi mettendo assieme il diavolo e l’acqua santa. Dai rigassificatori e i termovalorizzatori di Calenda (che però spariglia le carte e cambia idea) all’ecologismo delle alternative di Bonelli e Fratoianni, sulla carta gli unici ambientalisti che in pratica accetteranno l’inceneritore a Roma ed il ritorno al carbone.
Matteo Renzi e Giuseppe Conte saranno costretti a correre da soli, salvo sorprese dell’ultima ora. Ma poi saranno pronti a stringere patti istituzionali (ovviamente per il bene del paese) nel momento in cui molto probabilmente il prossimo Parlamento, con questa legge elettorale, non produrrà una maggioranza capace di dare voti sicuri (e non ballerini) al nascente Governo.
Così Giorgia Meloni, molto avanti nei sondaggi, se dovesse vincere si ritroverà a gestire il prestito europeo (Pnrr) che ha tenacemente avversato e non votato in Europa. Ma chi se ne frega.
Matteo Salvini passa dal Papeete agli ombrelloni. Prima tappa in Sicilia per ribadire che il Mediterraneo continuerà ad essere un cimitero liquido, i migranti è meglio farli morire in mare piuttosto che salvarli da guerre e fame. Dal Mare Nostrum di romana memoria, al mare Monstrum di noi altri.
In tutto questo dov’è il Sud? Derubricato, neppure più offeso, semplicemente cancellato dalla cartina geografica. In fondo nessuno ci crede più, allora perché portarsi ancora questa palla al piede, meglio giocare leggeri, senza affannarsi troppo per questo pezzo d’Italia.
Così è tutto più semplice, una volta eletti i parlamentari metteranno in discussione il reddito di cittadinanza per gli “sfaticati”, gli stagionali e le commesse che non vogliono accettare tre euro l’ora. Mentre bar e ristoranti piangeranno per mancanza di personale, in realtà da schiavizzare. Queste sono le premesse, il resto che ne conseguirà quasi certezza del peggio ancora.
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In copertina, uno scorcio di Ragusa, foto di Nicola Giordano da Pixabay

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