Vaccini solo per i paesi ricchi, appena tre case farmaceutiche “foraggiate” da contributi pubblici e i paesi poveri possono pure “scomparire” dalla faccia della terra.
L’occidente opulento non ha consegnato il numero di vaccini richiesti dai paesi poveri, provocando, secondo stime, circa 600 mila decessi (2021). A completare il quadro il WTO che non ha inteso liberalizzare l’esclusiva sulla proprietà intellettuale dei brevetti, senza autorizzazione. Questo prefigura, a tutt’oggi, un monopolio mondiale di tre soggetti farmaceutici privati: Pfizer, Moderna e BioNtech.
I paesi terzi, quindi, ostaggio dei ricchi che, per conto loro, già stanno procurandosi i nuovi vaccini per resistere alla variante Omicron 5. Lasciando ai margini i paesi in via di sviluppo.
La storia dirà che il Covid-19 è stato uno “strumento” in mano ai potenti del mondo, un elemento mortale usato per fare selezione sociale ed economica.
Per essere ancora più chiari, il capitalismo sanitario privato sta gestendo il Sars-CoV-2 (ancora oggi) per decidere chi deve “campare” e chi invece no. Lo strumento in mano a questi è proprio il brevetto; non liberalizzarlo fino a quando i signori delle imprese farmaceutiche internazionali non lo decidono, ovvero fino a quando non massimizzano i loro profitti, è un crimine contro una parte dell’umanità, ovvero contro il terzo mondo, uno svantaggio per le economie povere.
Da un lato i ricchi occidentali si producono il siero per combattere le varianti successive al Covid-19 e dall’altra parte del mondo si combatte per resistere (per non morire) ancora contro il virus iniziale. Nel frattempo i morti non si contano.
Andando più a fondo della questione brevetti, emerge un altro dato interessante. E’ giusto che chi fa una scoperta o una invenzione ha diritto alla proprietà intellettuale su di essa, ma la “privativa”, ovvero la “conservazione” di quegli elementi di scoperta, d’altro canto, frenano per lungo tempo lo sviluppo scientifico e tecnologico. Tutto ciò a maggior ragione se la ricerca è affidata sostanzialmente ai privati, poiché il pubblico non ci crede più a questa necessaria attività a favore dell’umanità.
Allora esiste anche una questione etica: non si può affidare al mercato la gestione delle malattie mondiali e i rimedi contro di esse. La pandemia lo è!
Non deve prefigurarsi nessun limite per accaparrarsi l’uso di farmaci per la salvaguardia della salute umana, e ciò diventa possibile solo se il progresso scientifico non venga affidato esclusivamente all’industria privata. Specialmente in campo sanitario.
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