La decisione degli Stati Uniti di fornire all’Ucraina le bombe a grappolo chiarisce, in maniera definitiva, in mano a chi sta la fine della guerra russo-ucraina e chi deve condizionare il futuro disegno geopolitico del mondo che verrà. Mentre gli americani foraggiano Zelensky con arsenali militari, la Cina, a tutt’oggi, è l’unico paese che ha presentato un piano di pace in 12 punti. E anche eminenti personalità italiane informate sui fatti plaudono all’iniziativa di pace di Xi Jinping, etichettandola come seria e concreta.
Le munizioni a grappolo sono state bandite dalla Convenzione ONU firmata a Oslo nel lontano 2008. Oltre 100 paesi hanno sottoscritto quell’atto universale. Guarda caso non sono firmatari della stessa, tra gli altri paesi, proprio gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina. Destino infame.
Detta Convenzione spiega, nella premessa, che le munizioni a grappolo si usano contro le “popolazioni civili”, usando queste precise parole: « … i residuati di munizioni a grappolo uccidono o mutilano i civili, compresi donne e bambini, ostacolano lo sviluppo economico e sociale, anche causando la perdita dei mezzi di sostentamento, ostacolano la riabilitazione e la ricostruzione postbellica, ritardano o impediscono il rimpatrio dei rifugiati e degli sfollati interni, possono avere conseguenze nefaste sugli sforzi nazionali e internazionali tesi a stabilire la pace e prestare assistenza umanitaria e hanno altre conseguenze gravi che possono perdurare per molti anni dopo l’utilizzo…».
Non risulta pervenuta la posizione della Nato, pericolosamente silente rispetto alla decisione americana, così come la Ue (tranne Francia e Germania contrarie), compresa l’Italia che ha sottoscritto e ratificato la Convenzione internazionale contro le munizioni a grappolo.
Il piano di pace della Cina è netto: rispetto della sovranità di ogni paese, del diritto internazionale (compresa la Carta dell’ONU), garantire indipendenza e integrità territoriale di tutti i paesi, cessare il fuoco, avviare colloqui di pace, dialogo e negoziati, risolvere la crisi umanitaria, protezione dei civili e i prigionieri di guerra.
Ma il piano cinese non è affatto neutro, contiene un chiaro messaggio alla Nato: «Nessun Paese può rafforzare le sue alleanze a scapito di altri”. Poiché anche Xi Jinping ha capito che l’entrata dell’Ucraina nella NATO indebolirebbe la Russia e ne minaccerebbe le sorti militari e socio-economiche nel nuovo scenario mondiale.
Allora, chi è che non vuole la pace nello scontro in atto? Quale ruolo gioca la Nato? La Ue, compresa l’Italia, perché non promuovono un piano di pace, piuttosto che parlare di ricostruzione dell’Ucraina, facendo finta che la guerra non esiste? Quanto sangue ancora deve essere versato prima che la comunità internazionale si ravveda e faccia cessare le armi, senza piegare ai propri desiderata l’economia mondiale?
Se l’Ucraina usa le munizioni a grappolo, il mondo, di fatto, entra in un conflitto planetario. Queste armi rappresentano il superamento della “linea Maginot”, oltre la quale salterebbe ogni schema per la difesa mondiale di tutte le popolazioni civili.
Il Governo Meloni e il presidente della Repubblica – Sergio Mattarella (ahimè l’Italia), nello scorso mese di aprile hanno organizzato una Conferenza bilaterale, a Roma, per la ricostruzione in Ucraina. Si, per la ricostruzione, non per la pace.
Addirittura Giorgia Meloni sosteneva, senza reticenze, che non sarebbe stato necessario aspettare fino alla fine delle ostilità. Voleva cominciare la ricostruzione dell’Ucraina a guerra ancora in corso. Una vergogna senza fine passata quasi inosservata da stampa e televisioni, ormai luoghi di regime.
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