Nella distrazione generale sta viaggiando un nuovo piano nazionale pandemico. Uno strumento programmatorio obbligatorio finalizzato a rafforzare il sistema sanitario rispetto a potenziali emergenze legate alla salute pubblica.
Allo stato è ai pareri, infatti il testo è stato recapitato dal Governo alla Conferenza Stato-Regioni. Sorveglianza epidemiologica, scorte strategiche di farmaci e dispositivi di protezione e revisione dei protocolli di risposta rapida. Questi gli assi fondamentali su cui dovrebbe poggiare la strategia preventiva.
Sembra superata, invece, tutta la vicenda vaccini obbligatori e restrizioni di movimento. Misure contestate negli anni del Covid-19 e forieri di ricorsi giurisdizionali tuttora in corso nelle aule giudiziarie di mezza Italia.
Il legislatore, a differenza di qualche anno fa, è più maturo per capire che le misure adottate all’epoca del Covid-19 scontavano smarrimento, approssimazione e illiceità giuridica. Non sarà più possibile chiudere un paese intero a casa attraverso un Dpcm, non si potrà più “ordinare” per decreto la limitazione della libertà personale, salta la previsione secondo la quale si potranno comprimere i diritti civili.
Ogni misura adottata dovrà essere corroborata da atti aventi forza di legge, nel rispetto dei princìpi costituzionali. Se ne dovrà assumere la responsabilità un’intera classe istituzionale, innanzitutto il Parlamento, non solo il Presidente del Consiglio.
I vaccini, altra pietra dello scandalo, non saranno più gli antidoti esclusivi per superare una crisi sanitaria di tipo epidemiologico. Anche perché, a differenza della pandemia di circa 5 anni or sono, la comunità di scienziati, tecnici e teorici, sul punto molto meno granitica di allora, ammette la non accertata validità scientifica del siero iniettato nelle vene degli italiani come contrasto all’espansione virale. Del resto qualche Sentenza comincia a dare ragione a chi, per diversi motivi, in quel tempo veniva multato, o comunque discriminato, per non sottoporsi a vaccino obbligatorio.
A oggi, evidentemente bisogna riconsiderare tutti i limiti antidemocratici che avevano determinato una vera e propria sospensione delle relazioni personali che, a sua volta, associata al dogma del vaccino come elemento esclusivo, salvifico e necessario, aveva giustificato tutta la fase dell’emergenza del SARS-CoV-2.
Ora, andrebbero definitivamente chiariti alcuni punti oggetto di feroci discussioni pubbliche e che hanno attraversato il “giudizio” di buona parte dei paesi al mondo, quali ad esempio:

  • perché l’accordo tra la presidente della Commissione UE – Ursula von der Leyen e la multinazionale farmaceutica statunitense Pfizer, a tutt’oggi, è tenuto ancora secretato, ovvero blindato/nascosto all’intera Europa?
  • perché si indicava di incenerire i corpi per i decessi da Covid-19, senza possibilità di studiare cosa fosse realmente accaduto a decretarne la morte?
  • su chi dovrà ricadere la responsabilità della decisione dei vaccini obbligatori, visto che, a tutt’oggi, si “dimostrano”, al contrario di quanto sostenuto, inesistenti benefici “scientifici” (Sentenza Giudice di Pace di Alessandria)?

Chiarire questi interrogativi, senza tifoserie, partigianerie, fazioni opposte e speculari, pro e contro per partito preso, aiuterebbe a capire, con più sereni convincimenti, ciò che è realmente accaduto.
In assenza, al contrario, si alimenterebbero  tutti i sospetti, le omissioni, scelte affrettate, interessi legati alle multinazionali farmaceutiche, di cui la stragrande maggioranza degli italiani, in tutti questi anni, si è nutrita e ne vive tutt’ora dubbi, peso e rabbia. La parola d’ordine è: trasparenza!
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Foto da Pixabay

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