Il dito nell’occhio/ Italia e Unione europea fanno finta di non vedere la sofferenza dei migranti, in nome di interessi economici

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Perché il caso Almasri grida vendetta. Mentre il “torturatore” capo delle milizie libiche affiliate, accusato dalla Corte Penale internazionale di crimini di guerra, sin dal 2011, viene portato fuori dall’Italia con l’aereo di Stato, i “torturati” vengono lasciati morire nel cimitero liquido del mar Mediterraneo. Lo Stato italiano capovolge l’impostazione tra buoni e cattivi.
I buoni, secondo la recente sentenza del giudice italiano (Tribunale di Palermo), possono morire in mare, ovvero questi non ritiene di condannare Matteo Salvini per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio, perché “il fatto non sussiste”, all’indomani del mancato sbarco in Italia di 147 migranti salvati nel Mediterraneo dalla nave ONG “Open Arms”, mantenuti in ostaggio al largo della costa italiana per alcune settimane. Mentre il cattivo, che tortura, violenta (e uccide) proprio queidisperati fuggitivi sui barconi che il centrodestra addita da sempre, cammina sul tappeto rosso (evidentemente macchiato di sangue).
Un’altra sentenza italiana “scarcera” Almasri e lo Stato completa l’opera accompagnandolo alla frontiera con l’Italian Air Force, riservato al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio, al presidente del Senato e della Camera dei Deputati e ai Ministri. A imperare, come al solito, sono i rapporti economici da salvaguardare. Nel 2023 l’export italiano in Libia è valso 1,7 miliardi di euro. Meglio fare affari che salvare vite umane.
Amnesty International Italia informa che in Libia rifugiati e migranti vengono uccisi, torturati, maltrattati, stuprati, violentati e privati illegalmente della libertà personale, peraltro in condizioni crudeli e inumane. Nonostante questo, l’Italia continua a fornire supporto alle politiche migratorie permettendo ai guardacoste libici di “intercettare” uomini, donne e bambini.
Lo Stato italiano capovolge l’impostazione tra bene e male. Il male viene ossequiato e riverito. Il nostro paese, unitamente all’Unione europea, fa finta di non vedere cosa accade al largo del Mediterraneo, è solo intento a portare i migranti in fuga da guerre, miseria, sottrazione di libertà, in centri di detenzione, a sua volta vere e proprie carceri. Mentre il bene è perseguito esclusivamente come interesse di tipo economico.
Piuttosto che concorrere a far incriminare la Libia per crimini contro l’umanità, il belpaese si siede al tavolo con commercianti e industriali che sostengono quel regime torturatore e criminale, in nome dei propri affari.
Questa è la misura di un governo che privilegia i rapporti di forza in funzione della capacità economica dei soggetti contraenti, e lascia al palo tutto il resto. Compresi gli ultimi.
© Riproduzione riservata
Foto da Pixabay

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