Se sei un malato oncologico, oppure affetto da sclerosi, le analisi propedeutiche necessarie ai controlli per la continuazione delle terapie di cura e gestione delle patologie, te le paghi e poi le porti in ospedale. Altrimenti non ti rimane che la sanità privata a pagamento. È successo, e si spera non più, in Campania.
Dopo il Covid-19, al netto delle varianti i cui effetti di un ritorno all’emergenza sanitaria stanno cavalcando pesantemente, le liste di attesa, anche per i malati che hanno bisogno di cure per la vita, si allungano a dismisura.
Il rapporto tra sanità pubblica campana e il privato convenzionato è ormai e sempre più letteralmente sbilanciato a favore di quest’ultimo. Ma si va anche oltre. I tetti di spesa erogati dalla Regione Campania a favore del privato sanitario, in regime di convenzione, si esauriscono in pochi mesi. Gli ammalati, in questo modo, si vedono penalizzati due volte: non trovano accoglienza negli ospedali pubblici e nemmeno verso il privato in modalità mutualistica. Per abbattere i tempi non rimane loro che pagare e rivolgersi altrove.
Un sistema bloccato già molto prima della pandemia ma che, oggi, è completamente saltato.
Lo stesso assessore al Bilancio della Regione Campania – Ettore Cinque – ammette che la recente riforma dei tetti di spesa produrrà i suoi frutti fra non meno di un anno e mezzo per andare a regime. Un tempo enorme ed insopportabile per i soggetti affetti da patologie gravi, costretti, allo stato, a produrre e portare a proprie spese nelle strutture medico-ospedaliere pubbliche, analisi del sangue, visite cardiologiche, ecografie, e quant’altro di diagnostica specialistica.
Questo si vive nella terza regione italiana per spesa sanitaria. Al cospetto le cosiddette barelle nel pronto soccorso del Cardarelli, piuttosto che nei corridoi, sono una bazzecola, ancorché cosa grave.
La difficoltà di un sistema bloccato è dimostrata chiaramente dalle continue indecisioni sui tempi di pagamento dei ticket, prima con le esenzioni previste fino a giugno 2022 e poi prorogate fino a settembre 2022. Con la quasi certezza che da settembre a dicembre di quest’anno le medicine le pagheranno praticamente tutti, anche i più disagiati.
A oggi la Regione Campania risulta essere la prima Regione italiana per numero di contagiati da Covid-19, con oltre 10 mila positivi quotidiani, pari a circa il 30% della popolazione residente.
Tutta la propaganda politica nel periodo della pandemia da parte del Governatore della Regione Campania, fatta di scelte presuntamente rigoriste, spesso dettate da vera e propria esaltazione, dopo oltre due anni ci lasciano nella quasi medesima emergenza di allora, e cosa molto più drammatica, con una sanità che non ha posto ripari, programmazioni, soluzioni, ma che è arretrata in tutti i settori, con liste di attesa interminabili e prestazioni salvavita non coperte dall’ospedalità pubblica. Allo stato, un vero e proprio disastro che chiede urgenza.
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