La statunitense Pfizer, la più grande società al mondo nel settore della ricerca, della produzione e commercializzazione di farmaci, nei primi nove mesi del 2021 ha registrato ricavi per 57 miliardi di dollari, poco meno del doppio rispetto all’anno precedente (2020). Per i soli vaccini i ricavi sono saliti a 29 miliardi di dollari.
Nonostante ciò si appresta a licenziare 130 lavoratori altamente qualificati dallo stabilimento di Catania.
Ricavi e utili alle stelle, il titolo in borsa ha registrato un rialzo di oltre il 50% e, nonostante tutto, si spediscono a casa chi vi ha lavorato e si mandano famiglie sul lastrico.
Ma Pfizer non ha avuto sostanziosi aiuti pubblici dagli Stati per il vaccino contro il Covid? Perché questi non intervengono a difesa del lavoro e dei lavoratori di Catania? Ma la città in questione non fa parte dell’Italia? Perché il Governo del “dragone” non interviene?
Governo e Parlamento italiani hanno pensato solo di affrancarsi una cifra pari a 1,9 miliardi di euro nella legge di bilancio per l’anno 2022 per comprare vaccini, guarda caso. Quello si, e di corsa.
I lavoratori dell’impianto siciliano verranno sostituiti da un macchinario, non servono più, l’automazione li espelle, sono ormai un peso, numeri insopportabili per il colosso americano.
La Pfizer italiana non è nuova a operazioni spregiudicate; nel 2003 viene coinvolta in un’inchiesta per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, due anni dopo la Guardia di Finanza perquisisce la sede legale per traffico di ricette mediche in cambio di viaggi o regali. 
Poi il vizietto di “scaricare” i lavoratori. Se ne riporta qualche sequela:nel 2006 vende lo stabilimento di Latina a una società tedesca (le aziende germaniche vanno a braccetto con Pfizer), primo atto di quest’ultima l’apertura della procedura di mobilità, nello stesso anno chiude i laboratori di ricerca del Varesotto (Gerenzano), licenziando 70 dipendenti e spostando la ricerca sui farmaci infettivi in Inghilterra. Poi “dimentica” che la cabergolina, somministrata ai malati di Parkinson, accentua il pericolo, per quest’ultimi, di fibrosi valvolari (problemi seri alle valvole mitralica, aortica e tricuspidale).
Nel 2008 butta fuori i lavoratori precari per assumerne di nuovi e l’anno successivo ne “attacca” i 46 della sede di Ascoli Piceno, avanzando verso quest’ultimi la procedura di mobilità.
In barba e incurante del fatto che proprio in Italia, in dieci anni, ha venduto oltre 60 milioni di pillole di Viagra; oltre a registrare un fatturato, nel 2009, di 52 miliardi di dollari.
Nel frattempo si “macchia” per una farmatruffa ai danni del Servizio sanitario della Regione Puglia (2010) e nel 2012 viene multata dall’Antitrust per oltre 10 milioni di euro, procurando un danno per la sanità italiana di oltre 14 milioni di euro. Un gran bel palmares per la prima multinazionale mondiale produttrice di vaccini (che dovrebbero salvare l’umanità da una pandemia).
Appunto, “dovrebbero”. Intanto mandano lavoratori a casa, aumentandone il disagio, lo smarrimento del rischio di povertà, l’espulsione dal circuito esistenziale di diritto, quale rappresenta il lavoro. Per tutti.
©Riproduzione riservata

RISPONDI

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.