Il Nord si accorge di essere povero e viene penalizzato più dello stesso Sud. È quanto emerge dalla geografia e dai numeri inerenti l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Mentre nel Mezzogiorno il sussidio è stato “scippato” al 58% dei meridionali, al Nord sono state abbandonate l’80% delle famiglie indigenti, passando da 168 mila a 33 mila soggetti percettori della misura di sostegno sociale. Insomma, la misura sostitutiva del reddito di cittadinanza, ovvero l’assegno di inclusione, impoverisce più il Nord che il Sud del paese.
Questo governo, spinto innanzitutto dalla Lega Nord, comincia a rendersi conto che non esisteva nessun rapporto simmetrico tra reddito di cittadinanza e Sud, gli indigenti si trovano in ogni parte d’Italia, anche in molte aree del popolo della Padania. E così il “Carroccio”, o peggio, i nipoti di Gianfranco Miglio non sapevano cosa stessero votando.
Il meccanismo dell’assegno di inclusione non dipende da dove un cittadino risiede, ma sarà calcolato a livello nazionale. Questo meccanismo, paradossalmente, finisce col favorire di più il Mezzogiorno, specialmente per le famiglie meno numerose al Nord.
Sembra la storia del marito tradito che per fare dispetto alla moglie si tagliava i “cinci”. Un altro luogo comune è stato abbattuto, da oggi in poi i fannulloni, i furbetti e gli incompetenti risiedono tanto al Nord quanto al Sud, finisce la retorica dell’assistenzialismo ai meridionali, palla al piede per la locomotiva settentrionale.
L’indigente è tale se si trova sotto i minimi di sussistenza vitali, non certo per la residenza in un luogo piuttosto che un altro. La povertà e le concause che la inducono sono le stesse ovunque, al di là di storia, usi e costumi locali.
Solo questo dovrebbe già indurre i parlamentari e i ministri figli del Sud, ove mai ancora non ci si convince, che i loro colleghi “cantastorie” vanno sfidati sul terreno della creazione di migliori condizioni economiche e sociali, non solo guardando all’allocazione delle risorse pubbliche.
Se invece, al contrario, questi votano anche per l’autonomia differenziata ed il premierato, allora sono i primi detrattori dei loro pari, i primi “fiancheggiatori” di chi, sistematicamente, pensa di “recintarsi” rispetto al resto del paese.
Anche qui il senso di un saggio detto antico non si smentisce mai: guardarsi soprattutto dai “vicini”.
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