Vieni a vivere a Napoli, film di 88’ dal 23 marzo nelle sale in Italia, riconosciuto di interesse culturale dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è ideato e prodotto da Alessandro Cannavale (Run film srl) e dalla Rai Cinema.
Tre storie con tre registi napoletani Edoardo De Angelis, Guido Lombardi, Francesco Prisco. Nel primo episodio, Nino e Yoyo, una napoletana Antonella Morea si prende cura di Chang, Marco Li, cinese di 10 anni, mentre la mamma lavora. Marco, affidato per un periodo a Nino, Gianfelice Imparato, classico portiere pigro, ostile ad ogni cinese per la loro dedizione al lavoro, si diverte facendo i vari lavori che spettano alla portineria. Si evidenzia l’abilità del piccolo cinese, chiamato Yoyo, per disprezzo da Nino, di saper far ogni lavoro bene. Nel secondo episodio, Luba, il rapporto tra badante, Valentina Lapushova, ucraina, e assistito, Antonio Casagrande, vecchio malato burbero rozzo.
Ultimo, magnifico shock, racconta la prima giornata di lavoro del giovane, garzone di un bar, Amila Diggamaralalage Bagga Lankapura, coinvolto in una serie di infelici avventure della bella cantante melodica priva di talento, Miriam Candurro, e del suo malavitoso manager Massimiliano Gallo. Tre ritratti della gente napoletana e del suo convivere con gli stranieri. Non appare la Napoli colta ma i vizi, le virtù, la filosofia, il vivere con l’arte di improvvisare. Stile di vita tutto partenopeo che viene subito assimilato e fatto proprio dallo straniero che vive tra noi.
Trova difficoltà a imparare la lingua italiana ma fa subito sua quella nostra anche nel suono e nei modi di dire. Solo i cinesi trovano difficoltà perché rimangono legati alla loro comunità e non si integrano. Chi viene da lontano trova a Napoli accoglienza quasi familiare. I loro figli diventano compagni negli studi e nei giochi, spesso, fidanzatini e sposi.
Napoli è stata fondata da dieci tribù greche che hanno scelto democraticamente Partenope, la loro protettrice, non appartenente ad alcuna. Prima città in Italia ad avere, già nel’700, un rapporto commerciale e culturale con la Cina e la facoltà per studiare la lingua e la sua storia.
Valentina, laureata in tecnologia industriale alimentare in Ucraina, lavora da anni come badante di una napoletana. Frequenta l’associazione Maksim Gor’kij, ex Italia Russia sorta nel 1945, in via Nardones, in cui si sono svolte le selezioni del cast. Ha mostrato talento e padronanza sul set come Amila.
Soci e napoletani possono domenica 26 alle ore 11 vedere il film al Modernissimo al costo di 4,50 euro. Gli immigrati preferiscono guadagnare meno ma vivere con noi per l’affetto che ricevono in particolare nei quartieri del Centro storico. Napoli si conferma ancora dopo 27 secoli dalla sua fondazione città multietnica. I suoi contatti con altri popoli ha sviluppato, oltre le arti visive teatro e cucina, la cultura per la pace e la fratellanza che nel 1799 ha tentato la stessa rivolta di Parigi, finita in tragedia, ma nel 1943 contro il nazi-fascismo è stata città che ha dato coraggio alle altre in Europa per liberarsi.
Nella foto, un frame dell’episodio “Ultimo, magnifico shock”