Si finge per non morire.
Le bianche pareti
possono diventare
gelide gabbie.
E’ necessario inventarsi
altri luoghi, costruire
straordinarie immagini
per respirare.
Di maschera in maschera
si va dove finisce
la quotidiana rappresentazione
e prende quota la passione
che frantuma l’ abitudine.
Un altro nome, un altro personaggio
dissolvono il decrepito paesaggio
in cui si vive di solitudine.
Ecco l’uomorso
che le midolla dell’universo
divora.
Ecco la donnalga che si espande
per l’aria: gravida
di luce.
Poi c’è il bambinodrago
e la dinosaura adolescente
che a velocit ultrasonica
fuggono dal niente
tecnologico.
La finzione è quella funzione
ancora umana per sconfiggere
il deserto metropolitano?
Altri incontri dopotutto
altre esperienze
è possibile fare
se l’immaginazione spinge
a viaggiare nell’infinito
e chi finge si sente
un po’Minotauro, un po’ Sfinge.
*Michele Sovente si è spento il 25 marzo 2011 a Cappella nei Campi Flegrei, dove era nato nel 1948. Insegnava all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Trai suoi libri di poesia: L’uomo al naturale (Vallecchi, 1978), Contropar(ab)ola (ivi, 1981), Per specula aenigmatis (Garzanti, 1990), Cumae (Marsilio, 1998, Premio Viareggio).
Da Specula aenigmatis è stato tratto per Radiotre, 1990, il radiodramma In corpore antiquo, regia di Giuseppe Rocca.
Nel 2001 la giuria del Premio Elsa Morante / Comune di Bacoli, presieduta da Dacia Maraini, ha assegnato un riconoscimento speciale alla sua attivit poetica. Suoi versi e contributi critici sono apparsi tra l’altro su «Alfabeta», «Poesia», «Linea d’ombra», «Paragone», «Nuovi argomenti», «Corriere della Sera».
Ogni domenica curava per “Il Mattino” di Napoli la rubrica controluce
Nella foto, la cosplayer LuChan in uno scatto di Walter Pellegrini