Bozzetti napoletani. E’ la prima edizione italiana tradotta dallo svedese del libro della scrittrice e drammaturga Anne Charlotte Leffler ((Stoccolma, 1849 – Napoli, 1892): la manderà in libreria l’editore/libraio Pasquale Langella dall’11 novembre (pagg.120, euro15). Con introduzione e traduzione di Catia De Marco.
L’autrice li scrisse durante il suo soggiorno napoletano, tra il 1888 e il 1892. Quando giunse a Napoli Leffler certo non immaginava che quel viaggio avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
Nell’antica capitale trovò un nuovo amore, il figlio sempre desiderato, ma anche, poco tempo dopo, la morte. Soprattutto, conobbe il Sud: lo stupore, l’ammirazione, così come le perplessità, nei confronti di una realtà a lei sconosciuta emergono prepotenti dalle sue pagine.
Lo sguardo di una donna moderna, forte e indipendente, forse troppo per i suoi tempi, a suo agio in una terra il cui genius loci sta nella libertà.
«Quello che offre il Sud -scrive- non è una casa, non è sicurezza, conforto e protezione. Ma niente di tutto ciò è necessario, in realtà, perché […] se non hai muri che ti proteggono, non hai nemmeno ostacoli che ti rinchiudono e ti separano dalla natura, dalla vita».
Leffler fu a Napoli nel 1888, per un viaggio in compagnia del fratello. Qui conobbe il matematico Pasquale del Pezzo, duca di Cajanello, che sposò in seconde nozze, due anni dopo.
Durante il soggiorno napoletano frequentò assiduamente l’ambiente culturale cittadino e diverse sue opere furono tradotte in italiano.
Salvatore di Giacomo ne ammirava la dote di fondere assieme penetranti osservazioni e ironia commista di pietà e commozione e Benedetto Croce il profondo sentimento dei problemi della vita moderna e la fine analisi psicologica in toni semplici e schietti.
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