Il mistero della vita. E il suo racconto. Attraverso l’opera di tre grandi del Novecento- Morandi- Rothko e Manzù-, diversi tra loro, uniti dalla tensione verso l’oltre, verso l’invisibile, verso l’aldil . E’ questo il nucleo narrativo del libro “L’avvertimento dell’oltre”(edito da il pozzo di Giacobbe, pagg.107 , euro 13.50, corredato da trenta immagini a colori) firmato da Giorgio Agnisola, docente all’Istituto teologico salernitano e alla Pontificia facolt teologica dell’Italia Meridionale dove (con)dirige la scuola di alta formazione di arte e teologia. L’autore conduce per mano il lettore nel loro universo artistico, trasmettendogli l’emozione del proprio sguardo con la fluidit di una storia gi ben tracciata nella mente.
L’itinerario prende il via con la poesia degli oggetti (vasi, bottiglie, ciotole, fiori) e del paesaggio dipinti da Morandi (Bologna, 20 luglio 189018 giugno 1964) che, nella sua esistenza silenziosa, pur attento e informato sulla ricerca artistica del suo tempo, schiva il clamore del mercato e finisce per rifugiarsi in un tempo metafisico dove le forme assumono il respiro dell’infinito. Cos lo spazio concreto dove si collocano le cose del quotidiano suggerisce una “misteriosa immanenza”, scaturita da un occhio contemplativo in cerca “di un’intima rivelazione”, dettata da una “concezione cosmica della vicenda umana”.
Naviga nella straordinaria qualit e nella concretezza del colore capace di evocare “un suono interno, psichico e spirituale” lo stile di Mark Rothko (Daugavpils, 25 settembre 1903 New York, 25 febbraio 1970) che concepisce l’opera come “un luogo di attesa, di progressiva rivelazione”. Forte il carattere meditativo del suo lavoro che affermava lui stesso con energia- con può assolutamente essere assimilato all’ “action painting” nel suo cromatismo si rintraccia , piuttosto, una “tensione originaria” in cerca di “un principio aurorale”. Ed è l’arte in s a tingersi di sacro, protesa verso l’assoluto. Momento culminante di questa ascesa è la celebre Chapel di Houston, lontana da qualsiasi contaminazione con il mondo, per la quale realizzò quattordici opere di grande formato, tre trittici e cinque quadri singoli. Dominano colori scuri, Rothko vi si immerge nell’esplorazione dell’oltre, sulla soglia, tra la realt e l’indicibile, ascoltando il silenzio di Dio, responsabile, forse, della depressione che lo porta a togliersi la vita.
Scolpita in un bronzo dal colore biondo è “La porta della morte” di Giacomo Manzù (Bergamo, 22 dicembre 1908 Roma, 17 gennaio1991) , destinata alla basilica di San Pietro. Divisa in riquadri, mescola tematiche laiche e religiose. Alla morte di Maria si affianca, per esempio, quella del partigiano; poi c’è la fine del protomartire Stefano e l’uomo che muore per un caduta accidentale. Lo scultore è ateo, si nutre però di speranza. E le sue sculture si alternano tra dolore senza conforto e religiosit raffigurata nell’atto della preghiera. « Manzù sottolinea Agnisola- canta la disperazione laica, ma non è disperato. La sua partecipazione ai fatti narrati è sincera, interpretata umanamente e simbolicamente». In una dimensione atemporale che lascia presagire un epilogo di pace infinita.
Il libro sar presentato luned 13 aprile alle 17.30 all’associazione culturale Movimento aperto (via Duomo 290/c- Napoli). Con l’autore intervengono Donatella Gallone, Linda Irace e Francesco Lucrezi
Nelle foto, in alto, "Cactus" di Morandi. In basso, da sinistra le opere di Rothko nella Chapel di Houston, la porta di Manzù e la copertina del libro di Agnisola