di Pasquale Ferro*
Salgo affannosamente vico Tofa ai Quartieri Spagnoli. Finalmente l’intervista
con La Divina. Un mio caro amico l’ha convinta. Busso al portoncino aperto del suo basso. Entro vedo una donna anziana, magra con pochi capelli. Niente che potrebbe ricordare una
bellissima prostituta, come me l’avevano descritta.
Mi guarda e inizia il suo racconto, senza aspettare le mie domande.
“Io era bella quando era giovane. Sembravo Jean Harlow. E che soldi che
facevo, a palate! Quando scendevo per la Speranzella si fermavano gli orologi, tutti si giravano
a guardare questo monumento di rara bellezza. Potevo diventare una diva del
cinema, ‘na fotomodella, potevo essere tutto quel che volevo … ma facevo la
puttana.
Faccio la vita per vocazione- dicevo a chi mi voleva togliere dal
peccato, promettendomi mari e mondi.
A cinquant’anni ero ancora bellissima e avevo avuto l’intelligenza di mettere
da parte molto di quanto aveva guadagnato. Avevo comprato qualche appartamento al
Vomero e nella zona universitaria in modo da godere di belle rendite mensili… ma facevo ancora la vita.
‘O destino ce mettete ‘a mano sua. Fu un incontro
casuale, quasi banale. Dal fruttivendolo, ci guardammo. E, fra una parola e un
acquisto di zucchine, fu perdutamente amore.
‘O Marziano. Perch ‘o Marziano? Perch niente di più bello si era mai visto
sulla terra. Solo un extraterrestre poteva avere le meravigliose bellezze che
quest’uomo possedeva. Occhi, denti, gambe, faccia sembravano essere “pittati”da
un maestro, imperatore di pittori.
‘O Marziano era uno studente proveniente dalla Calabria, da famiglia povera che
lo manteneva a stento per farlo studiare. Io lo presi sotto la mia ala
protettrice. Viaggi, i migliori ristoranti, crociere. Quando
camminavamo in coppia, la gente ammutoliva al nostro passaggio e il mondo si
fermava a vederci.
"Stanno passando ‘e stelle", sussurravano. Non facevo mancare niente al
mio giovane amante e alla sua famiglia, mentre il Marziano sperperava nel
vestire e nel mangiare.
"Devo fare una tesi su Parigi". E io lo mandavo in
Francia.
“Devo perfezionare il mio inglese". E io lo mandavo a Londra.
"Ho bisogno di una macchina… mi voglio comprare la Mercedes”. E io appagavo tutti suoi desideri. Intanto, appartamenti e capitali piano piano scomparivano. Tutto vendetti.
E quando ‘o Marziano partiva per un viaggio, riscendevo sul
marciapiede. I soldi non bastavano mai. Lui spendeva il doppio di quello che
io guadagnavo.
Poi un giorno lui part per andare a trascorrere le feste natalizie dai suoi
genitori .Una settimana, un mese. Non ebbi più notizie del bel Marziano.
Allora, decisi di raggiungerlo. Arrivata nel paesino con una corriera, mi
trovai faccia a faccia col Marziano. Lui non era solo. Accanto aveva una donna
grassoccia, bruttina, con un filo di peluria che sporgeva sulla bocca
sdentata, i capelli color topo .
Pensai, che fosse una parente ma poi guardai il bambino che la grassoccia
aveva tra le braccia. Un bel bambino e gli occhi erano quelli del…Marziano
Lo guardai. Volevo una risposta che arrivò subito come una sciabolata
"L’anno scorso quando sono venuto a trovare la mia famiglia… è successo".
‘O Marziano abbassò gli occhi e non disse più niente.
Andai in escandescenze" Con questa cessa? “
“Tu mi hai tradito con questa zoccola brutta come una latrina puzzolente?
Ma sei pazzo? Che ti mancava? E mo’ che vita farai?”
“Ti sei rovinato per un colera di donna… e ci hai fatto pure un figlio!”
“Strunzo, strunzo tu e io, che mi sono indebitata per farti fare la bella vita.
E mo’ che faccio? E tu che fai con quest’orribile animale?”
Urlai tutta la mia rabbia, ma la donna non si scompose e incomincio’ a
chiamare …
"Ton, Pasc , Michè". Dalle catapecchie del paese vennero fuori come
serpenti uomini e donne. Mi misero sotto e mi fecero come santo Lazzaro.
Malmenata, con gli occhi pesti, i capelli spennati, tutta piena di lividi,feci
ritorno a Napoli dove trovai solo i debiti che mi aspettavano”.
La Divina finisce il suo racconto e accarezza la cornice con la foto di
un bellissimo ragazzo. Poi mi guarda e dice ” è muorto” .
Prima di salutarla le
chiedo un’immagine di quando era giovane. Lei scuote la testa…. Vado via.
*L’AUTORE
Partenopeo, Pasquale Ferro è imprenditore, attore, regista, scrittore d’istinto. La sua citt , gli scorre nelle vene. Vive nei suoi occhi. Respira attraverso la sua pelle. Nel 2000 conquista il pubblico del Teatro Parioli di Roma, durante il Maurizio Costanzo show, presentando il primo libro, “L’odore dei miei ricordi”, storia amara, autobiografica sconvolgente,di un ragazzino violato da adulti, che tra esperienze di un crudele squallore, prende coscienza della propria omosessualit .
. Due anni dopo lancia l’irresistibile “Genny Flowers”, la trans più bella di Napoli che svela ai lettori i suoi tragicomici amori, con finale 6 a sorpresa.
Tra gli altri volumi, pubblicati “Mercanti di anime e di usura”.
In foto, un modello di Mercedes da collezione