Agli amici del Villaggio*

PRIMA DELLE DUE PUNTATE

Luca si svegliò tardissimo. Mangiò in fretta e si diresse deciso, con delega del padre, alla sua prima assemblea di condominio, quella della Pineta Europa dove andava in vacanza. Aveva le idee chiare.
L’assemblea di condominio di quel sabato d’ottobre si rivelò molto agitata. L’amministratrice Paudice portò con s la solita valigetta piena di carte. Scrutava negli occhi dei condomini come a cercare i segni di qualche cedimento a patti precedentemente stipulati e, individuati possibili nemici, si avvicinava con fare amichevole pronta a convincere. All’ordine del giorno era riuscita a evitare il punto che prevedeva la nomina del nuovo amministratore e aveva ritenuto questa una delle tante vittorie della propria intelligenza. Si alzò, quindi, per parlare ai suoi cari amici condomini. Cominciò dicendo che quell’estate sarebbe davvero nata tra mille difficolt . C’erano i soliti morosi che a pagare non ci pensavano proprio. C’era la piscina da riempire con tutti i relativi tubi da aggiustare e, infine, la gestione del bar da affidare a un gruppo di persone competenti.
L’amministratrice Paudice si diceva disposta a ogni sacrificio per rendere piacevole ai suoi amici condomini la futura estate. In realt  alla Pineta Europa si vociferava che Paudice fosse una ladra. I suoi detrattori ne erano ormai certi e anche i suoi sostenitori, in fondo, lo sospettavano. L’avevano votata in fretta e all’unanimit  per eliminare il vecchio amministratore, Neutro, che in quindici anni di seria amministrazione aveva rubato svariate decine di migliaia d’euro e che, a sua volta, aveva sostituito un altro ladro, Cirillo. Un ladro, però, poco serio. Non solo, infatti, aveva rubato i soldi ma li aveva per giunta sperperati con feste, serate a tema, tornei.
Nell’immaginario collettivo, in realt , la gestione Cirillo, dopo i quindici anni di amministrazione austera di Neutro, era trasfigurata in un ricordo quasi mitico. Rubava s, tutti lo fanno, ma per lo meno ci si era divertiti. Si ricordavano le serate con cantanti e cabarettisti, l’affluire massiccio di tutti i condomini e, addirittura, la presenza della televisione.
A questo sperpero superbo e ostentato era seguito, invece, un uso furbesco dei bilanci pubblici. A Neutro, infatti, era stato etichettato l’epiteto dell’uomo dell’ordine e dell’equilibrio. Si racconta addirittura che il Signor Costante, dinnanzi alle carte comprovanti i suoi furti portategli dal dottor Valente, avesse sentenziato «Eppure io resto dell’idea che Neutro è una persona seria».
In realt  era seria perch con seriet  rubava i soldi. Il meccanismo era semplice.Passando per le diverse villette a riscuote le quote condominiali spiegava ai suoi imbecilli condomini il significato di alcune voci poco chiare nel bilancio. Ammiccando con un sorriso, faceva intendere che quella pace nella Pineta si pagava e che, si sa, la guardiania era indispensabile. E cos le decine e decine di migliaia d’euro annui spesi per spogliatoi e attrezzature mai realizzate andavano tutte in tasca a lui e mostravano come molto spesso la camorra abbia la giacca e la cravatta.
(1. continua)

SECONDA PUNTATA
b>Certo alla fine il signor Neutro era finito per diventare il capro espiatorio di tutte le magagne. Si narra, infatti, che all’Assemblea indetta per destituirlo, o meglio detronizzarlo, i figli di Nocera, i quali una volta si erano visti negare l’entrata nell’area piscina per morosit  del padre, fossero passati a intervalli regolari davanti al luogo dove era seduto, gridandogli insistentemente «Mariuolo». Gennaro passava e, a bassa voce, diceva «Mariuolo», mentre Luigi, venendo dall’altra parte, incalzava «Mariuolo», il tutto confermato da Cristian che coloriva la parola con una fastidiosissima e insolente fragorosa risata.
L’andirivieni era durato circa un quarto d’ora fino a quando Neutro, ormai spazientito, si era alzato di scatto, gridando un liberatorio «Non sono un mariuolo!». La frase aveva suscitato un’umiliante ilarit  generale. Che vergogna. Alla Pineta Europa, alla fine, “Neutro” e “Mariuolo” erano diventati sinonimi fino alla creazione di una gamma neologistica e proverbiale. «Qui si Neutreggia» ossia «Qui si ruba con seriet » e ancora «Vediamo di non fare la fine di Neutro», ovvero «Vediamo di non passare dalla cieca stima dei condomini alla loro totale denigrazione» e infine, per citare solo i casi più correnti, «Questa è una vittoria di Neutro», che faceva riferimento, riecheggiando la vittoria di Pirro, alla vittoria di Neutro nella sua battaglia contro l’entrata dei motorini nei vialetti della Pineta, vittoria effimera visto che proprio da quella seccante proibizione era partita l’indagine sui suoi bilanci gonfiati.
Molto più coerente era stato il breve ritorno del vecchio amministratore Cirillo. In un solo anno aveva organizzato una marea di feste, rubato sette mila euro, ammesso onestamente di averli rubati, impegnatosi a restituirne mill            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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L’amministrazione, dopo queste gestioni, era ormai piena di debiti. C’era bisogno di una persona onesta che riportasse a posto i bilanci pur ovviamente non potendo garantire, almeno per i primi anni, quel divertimento che tutti desideravano. Con queste caratteristiche si presentò la Paudice. Nel giorno della sua elezione fu votata all’unanimit  e il suo discorso applaudito fragorosamente da tutti.
Fu un plebiscito che fece addirittura parlare di donna della provvidenza.C’è chi racconta però che, tra tanti festeggiamenti, l’avvocato Marotta, rivolgendosi a una entusiasta signora De Lollo, avesse sentenziato, memore del famoso non cesarizzarti, «Secondo me, questa non ce la togliamo più di torno». Quelle parole si erano poi rivelate profetiche. L’Assemblea di condomino di quel sabato d’ottobre era, infatti, solo l’ennesimo tentativo di detronizzare un’amministratrice che ormai nessuno voleva più. La Paudice, dal canto suo, parlava di coerenza, diceva che aveva un progetto da portare avanti e avrebbero dovuto lasciarla lavorare in pace.

Stanco da tutto quel vociferare, Luca si alzò e prese finalmente parola. Fu duro.
«Vi siete dimostrati indegni di amministrare questa comunit ». E lo sguardo si fece serio. Gli ascoltatori pensarono alla solita sfuriata di ardore giovanile. Lasciarono fare. «Vi siete spartiti denaro e potere, dimostrando che la democrazia altro non è che una farsa». E da lontano si sentivano voci indistinte, che nei brevi silenzi del discorso si facevano più nitide. « tempo che vi facciate da parte. La vostra generazione, che non ha lasciato spazi democratici alla mia, deve essere cancellata. tempo di cambiare…». E la platea di quei civilissimi condomini si accorse, improvvisamente, di essere circondata da un gruppo numerosissimo di giovani. Avevano mazze e spranghe. La paura, inaspettata, si appropriò degli uditori.
Luca sentenziò «Avete generato il male che provate oggi… Dobbiamo subito eleggere il nuovo amministratore…». E quei giovani cominciarono a invocare con forza il nome di Luca. Rimbombava, assordante, nelle orecchie dei condomini. «Sarò io il nuovo amministratore…».
A questa affermazione Paudice si alzò in piedi, indignata. «L’elezione non è tra i punti all’ordine del giorno. Smettiamola con questa pagliacciata…». Non fece a tempo a pronunciare quell’ultima parola che avvert sul volto un colpo forte, deciso. Un dolore mai provato. C’era sangue ovunque. Luca chiese a coloro i quali non fossero d’accordo con la sua elezione di alzare la mano. Nessuno lo fece. «Da oggi comincia una nuova era», sentenziò. E intanto quella marea di giovani continuava a urlare il suo nome.
(2.fine)

L’AUTORE
Vincenzo Caputo svolge attivit  di ricerca presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Universit  di Napoli Federico II. Ha edito saggi e volumi sulla letteratura del Cinquecento, dell’Ottocento e sul teatro di area meridionale. All’attivit  critica affianca da anni l’interesse per la scrittura creativa. Ha pubblicato i racconti Una notte, un giorno, una notte sulla rivista on line ilmondodisuk (http//www.ilmondodisuk.com/dettaglio_notizia.asp?id=929, 25 gennaio 2010), Prima nella raccolta Storie di ordinaria resistenza (a cura di A. Parisi, Homo scrivens, 2013), Sulla pelle della Storia nella raccolta Storie di ragazzi tra legalit  e camorra (a cura di L. Merola, Guida, 2014), La pillola nella raccolta La zona grigia. Scrittori per la legalit  (a cura di P. Bianchi, Guida, 2014), Contra Eduardum nella raccolta Scrittori per Eduardo (a cura di P. Bianchi, ESI, 2014) e La coscienza di Steno nella raccolta Scrittori in viaggio con i classici (a cura di G. Scognamiglio, Napoli, Guida, 2015).

*Personaggi e fatti di questo breve racconto in due puntate sono puramente immaginari. «Anche se la realt  è sovrabbondante di pretesti narrativi, in ogni caso» (N. Pugliese, Malacqua [1977], Napoli, Pironti, 2013).

Nella foto, un disegno raffigurante la vita di condominio (fonte Etsy)

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