Non è mai emigrato da Napoli, il suo cuore. E lo ha riportato qui con quel filo di lana rosso che non si è nemmeno logorato. Quel filo di lana che è protagonista del suo primo romanzo, pubblicato da Tullio Pironti nel 2010, vincitore di otto premi al centro di circa cento pagine, Paolo Jorio traccia sentimenti struggenti, cullati dalla malinconia di una famiglia irpina, i Cannata, che si separa sull’onda della miseria e poi si ricompone, all’alba del Novecento, sotto il cielo di Chicago. Forse è la medesima malinconia che lo ha spinto a inseguire nella propria citt un miracolo compiuto ormai da oltre dieci anni.
Viaggio su un pianeta laico
Giornalista, regista, conduttore radiofonico, curatore di pubblicazioni artistiche, romanziere. Alla scrivania del suo miniufficio di direttore nel Museo della Cappella del tesoro di San Gennaro (dove, a turno con la sua squadra di collaboratori allenati alla comunicazione da lui stesso alla Luiss in un corso di formazione postlaurea, guida i visitatori tra i capolavori che il mondo sta cominciando a invidiarci, grazie a mostre internazionali), racconta il suo viaggio nel pianeta laico della devozione al patrono.
Dalla Rai al miracolo del patrono, passando per la Bbc
Anni Ottanta, periodo d’oro per la radio firma programmi come Radiodue 3131 e La topolino amaranto. Successivamente, realizza documentari d’arte dappertutto, dal museo egizio di Torino al sito archeologico di Petra in Giordania, finch nel 1996 la Bbc gliene chiede uno su San Gennaro. Per produrre il filmato, prima di immergersi per mesi nell’analisi del “fenomeno”, deve superare le perplessit che ha nei confronti di un prodigio e di un universo sconosciuti. Studia, approfondisce, comprende. Che è un patrimonio straordinario. Assistere alla liquefazione del sangue, infine, gli trasmette un’energia incredibile, inaspettata. Cos gli diventa chiaro cosa rappresenti il santo per tutta la citt . Continua a muoversi su questo terreno, percorrendo un itinerario antropologico e lavorando a un altro documentario, con il maestro Roberto De Simone, sulle parenti di San Gennaro, figure d’origine remota sono quelle donne che aspettano l’evento in prima fila, cantando, pregando, supplicando con la passione di tutto il corpo. E scopre che il tesoro di san Gennaro davvero esiste.
L’eccellentissima Deputazione
«Ma perch non si apre un museo?». la domanda che pone con insistenza all’eccellentissima Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, nata nel Seicento grazie agli eletti dei Sedili della citt . Con una mission ben articolata far costruire l’edificio sacro, amministrare donazioni e offerte, proteggere le reliquie dell’antico Vescovo, rendendone vivo giorno per giorno il culto. Difendendo, come ente laico, l’autonomia della Cappella dalla Curia. E alla fine la Deputazione (allergica a ogni contaminazione politica) gli d il via per progettarlo.
Sintesi di bellezza
Cos incomincia a mettere insieme tutti i tasselli di questo affascinante microcosmo per potere offrire finalmente visibilit anche ai gioielli segregati nel caveau di una banca. Nel frattempo cura una rubrica sull’inserto viaggi del quotidiano la Repubblica dove racconta i musei del mondo, accumulando le conoscenze necessarie per formarlo e accorgersi come il tesoro sia sintesi di bellezza e ricchezza storico/artistica.
Il colpo dell’emergenza spazzatura
Il 9 dicembre 2003 il Museo apre le porte al pubblico. Quelle opere che respirano nell’occasionalit del palazzo trovano finalmente dimora in una struttura creata insieme all’architetto romano Stefano Salvi, utilizzando anche lo spazio degli scantinati sotto la sacrestia. Ne assume la direzione per rinnovare la sfida nello sviluppo della “sua creatura”, senza far sbiadir l’entusiasmo della nascita. Occorre affermarne il nome mancano i gioielli che ne dovranno diventare il fulcro lucente, ma non ci sono ancora le premesse per un’esposizione permanente. Tuttavia, le cifre (abbastanza) soddisfacenti dei visitatori si scontrano con l’emergenza spazzatura del 2008 e la carica dei 67.000 viene miseramente sconfitta in piedi resta solo una schiera di 3.500 fruitori.
La via dei capolavori
Si rimbocca le maniche e lavora facendo squadra con il Pio Monte della Misericordia, il complesso dei Girolamini, il Filangieri, il Madre e il Diocesano cercando di mostrare a tutti come via Duomo&dintorni presenti la più alta concentrazione museale mai vista. In attesa di svelare sulla scena internazionale le dieci meraviglie di San Gennaro.
La mitra di Matteo Treglia
Prima che abbaglino occhi italiani e stranieri fuoricasa, i gioielli vengono minuziosamente ispezionati da un’quipe di gemmologi che attestano la straordinaria purezza delle pietre preziose (alcune provengono addirittura dalla civilt Inca). Ne emerge una pubblicazione curata da lui con Franco Recanatesi (edita dall’Istituto Poligrafico dello Stato). Passaggi obbligati perch i riflettori monediali possano accendersi su rubini, smeraldi, diamanti di quella mitra concepita dall’orafo Matteo Treglia nel 1713, in splendida compagnia con la collana e altri oggetti di grande valore e raffinatezza.
Le mostre internazionali
Dal 30 ottobre 2013 al 2 marzo 2014 la Fondazione Roma a palazzo Sciarra nella capitale italiana li ospita in teche blindate (donate poi al Museo della Cappella del tesoro) per passare il testimone al piccolo e delizioso Museo Maillol di Parigi (fino al luglio dello stesso anno) mentre alla Casa Fiat di Belo Horizonte in Brasile volano gli argenti. Mostre da due milioni di visitatori che non portano soldi ma una pubblicit infinita.Rientrato a Napoli, dal 2 aprile 2015, il tesoro continua a incantare incrementando del 45 per cento il flusso delle persone in visita, durante le feste natalizie, rispetto al Natale precedente. Eppure i 120mila spettatori annuali potrebbero raddoppiare e scalare la vetta dei trecentomila.
Un romanzo su Caravaggio
Pendolare tra Roma e Napoli, nel suo immediato futuro c’è un nuovo romanzo scritto con Rossella Vodret, gi soprintendente del polo museale di Roma, che gli ha fornito le notizie su Caravaggio al centro, infatti, il pittore maledetto, ovvero un suo quadro infilato in un labirinto di misteri. Il prossimo lancio editoriale (a febbraio) non gli impedisce di immaginare, comunque, anche una nuova evoluzione pe il "suo" museo (che senza la Deputazione, ribadisce, non esisterebbe). Vorrebbe ampliarlo in tutto il palazzo, dando ampio respiro alle opere. In mente ha anche un’altra ipotesi l’apertura dell’archivio storico che aprirebbe un nuovo squarcio sull’antica vita della citt . I sentieri della laicit non finiscono mai.
Per saperne di più
www.museosangennaro.it/la-storia/cappella
Nelle foto, Polo Jorio all’ingresso del Museo, con il ministro Pinotti davanti al busto di San Gennaro, particolare delle pietre incastonate nella mitra e la pisside gemmata