Piero Meli già noto sui social come “il tizio dell’alba”, lo pseudonimo con il quale ha pubblicato le sue “storie brevi” sui periodici locali, si è cimentato, per la prima volta, in un libro di narrativa: “Amoreamaro: racconti tratti da storie (quasi vere)” (secop edizioni).
Un titolo sinestesico, che pone subito l’accento sul tema al centro delle “short story”: i sentimenti, fonte di gaudio, ma anche di tormento, se contrastati.

Qui sopra, la copertina. In alto, l’autore

Da esperto fotografo, Meli è in grado di trasferire questa sua abilità nella letteratura, enfatizzando i dettagli anche nella scrittura, producendo un tipo di “narrativa fotografica”, vivida, che cattura i “momenti irrepetibili” di ciascuna storia.
Appassionato di letteratura da sempre, ha preso spunto nella sua formazione, da autori italiani e stranieri, soprattutto da Georges Simenon, Ernest Hemingway e il più sfrontato Charles Bukowski. Con quest’ultimo, l’autore ha in comune la passionalità struggente con cui descrive l’intensità dei sentimenti e lo stile asciutto, che è ben evidenziato negli aforismi, che anticipano le storie, cogliendone il significato complessivo.
«Accade che cerchi di trattenere qualcuno nella tua vita, in nome dell’amore che nel frattempo è finito, e non riesci a comprendere la sottile differenza che passa tra impresa impossibile e impresa completamente inutile. TicTic ticTic tic ticIl crepitio è inconfondibile.È arrivata, inesorabilmente e all’improvviso.Il cielo pochi minuti fa era ancora azzurro e, quasi per magia, è mutato, si è trasformato. Le nuvole hanno iniziato a danzare, si sono via via avvicinate, si sono strusciate e hanno preso a corteggiarsi. Ora incessanti fanno l’amore, in un tripudio di luci e suoni, di lampi e tuoni, e piangono. Sanno che difficilmente si incontreranno ancora, consapevoli che questa potrebbe essere l’ultima volta».
Tutti amori profondamente intensi che hanno come comune denominatore: la precarietà della vita, che in una società in continua evoluzione, rema contro la stabilità dei sentimenti. (Rita Ricci)
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