“Addò ce sta ‘o mare”. S’intitola così il brano apripista del primo album di Paolo Propoli (foto) in uscita il prossimo autunno. Attuale per la stagione ma soprattutto per il momento in cui viviamo.
Spiega il cantautore napoletano: «Tutti proveniamo da lì, dalla terra di mezzo, la terra di nessuno… il mare. Fa parte del nostro dna, abbiamo residui di plancton nelle vene, siamo fatti prevalentemente di acqua. Forse è ancora lì, nella terra di nessuno, che vive ancora una scintilla di amore universale. Lo sento, che si difende ancora nel tumulto dell’odio e delle prepotenze. Lo sento, quando cammino con i piedi nudi nell’acqua che tocca la riva. Quando ricevo inaspettata e preziosa la carezza di una mano bagnata di acqua di mare».
Un assaggio del lavoro discografico attraverso il realizzato da Settimio Valori che ne racconta il percorso: «Se è vero, ed é vero che “chi mette i piedi a mare cammina ‘ncoppa ‘a verità”, noi non possiamo che dire la verità per sperare di mettere i piedi a mare e cominciare a camminare un pochettino insieme. Questo significa mettere il mare dove proprio non ci può essere: in una fabbrica abbandonata e decaduta, simbolo del capitalismo e del fragilissimo e violento progresso, dentro le geometrie fasulle e la simmetria bugiarda di una città tutta uguale. Ma tutto questo si può fare solo tramite il gioco, forse per cominciare a prenderci finalmente un po’ sul serio. Non è un caso che tutti gli oggetti di scena siano finti. Le angurie, i palloni, le sdraio, i gelati… é tutto finto. Anche i nomi della troupe sono quasi tutti finti . Io mi chiamo Andrea Carotenuto e mi sono firmato Settimio Valori perché il messaggio abbiamo cercato di comunicarlo anche nei credits. Non c’è tempo, luogo, spazio, né potere che tengano, se cominciamo a giocare tutti insieme. E se è vero che dove c’è mare c’è gioco e se c’è gioco c’è verità, è soprattutto anche vero che “addó ce sta ‘o mare se sta semp bbuon”».
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