I differenti volti della criminalit organizzata. Sono quelli che vengono fuori dal volume , a cura di Luciano Brancaccio e Carolina Castellano con contributi di Filippo Beatrice, Stefano Consiglio, Stefano D’Alfonso, Ernesto De Nito, Gabriella Gribaudi, Vittorio Martone, Giovanni Starace e Anna Maria Zaccaria. Il testo propone i risultati della ricerca Faro – Finanziamento per l’avvio di ricerche originali, realizzata dal Laboratorio interdisciplinare su mafie e corruzione – Lirmac del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Universit Federico II. Ed è stato presentato stamattina nell’aula Pessina dell’ateneo federiciano dal rettore Gaetano Manfredi con Rosy Bindi, presidente della commissione nazionale antimafia, e Raffaele Cantone, presidente dell’autorit nazionale anticorruzione. L’operazione editoriale offre una base di conoscenza indispensabile sul fenomeno agli studenti che saranno futuri professionisti a tutela della legalit .
«Abbiamo cercato spiega Castellano, una dei due curatori del libro- di mettere insieme discipline diverse intorno a fonti comuni e un problema comune quello dei confini tra l’universo sociale, i poteri economici, politici e il mondo della criminalit associata. Lo abbiamo fatto da prospettive differenti, quella degli economisti, storici, psicanalisti, e abbiamo utilizzato anche la consulenza degli organi dell’Antimafia, quindi la magistratura. Il tema è quello dell’emersione dei fenomeni della criminalit organizzata e la loro relazione con il contesto intorno».
In questa realt cos complessa ci sono le donne che non sono estranee alla diffusione della violenza. E c’è anche il narcotraffico che ha sostituito il contrabbando di sigarette, tra le “fonti” di guadagno primarie criminali degli anni settanta e ottanta. Mentre ai protagonisti dei mercati illegali si aggiungono gli imprenditori che fiancheggiano il clan e che attraverso questo “canale” riescono a imporre i propri prodotti.
«Questa ricerca- sottolinea Cantone- è molto interessante perch analizza il rapporto con i vari pezzi della societ . Una parte, ad esempio, riguarda quello con il mondo delle professioni, dell’impresa, e del rapporto con zone diverse dalla Campania. Una lettura della camorra molto attuale, sarebbe stato difficile presentarla in un momento migliore di questo. Va dato atto all’Universit di essere anche in grado di leggere i cambiamenti mentre avvengono e non sempre dopo».
Per sconfiggere un nemico della societ sana occorre averne una conoscenza adeguata, lo rileva Bindi aggiungendo quanto questo lavoro sia fondamentale per la citt «Il primo grande passo è ammettere che le mafie ci sono, il secondo è conoscerle, il terzo combatterle. E’ importante che le universit approfondiscano e insegnino questo tema. Bisognerebbe istituzionalizzare questi corsi».
Nella foto, un momento della presentazione