Riceviamo e pubblichiamo questa mail che arriva da Parigi
Ciao,
mi chiamo Luca Ciriello e sono un giovane ragazzo italiano (di Napoli) che studia letteratura a Parigi dal mese di ottobre 2010.
Vi scrivo per raccontarvi di un episodio di discriminazione triste e violento che mi ha visto coinvolto nella serata del 13 gennaio 2011. Per il momento, in questa e-mail racconterò solo i fatti accaduti, senza aggiungere particolari commenti.
Alle 21, con molto entusiasmo, sono andato al locale “La Bellevilloise” (19-21, rue Boyer – 75020, Paris – infos@labellevilloise.com – T. 01 46 36 07 07; www.labellevilloise.com) per assistere ad un concerto di musica zigana e balcanica “Nouvel an tzigane”.
Ero nei pressi del locale con alcuni amici pronto a pagare i 10 euro del biglietto e ad assistere all’evento, quando ecco che i buttafuori presenti all’ingresso hanno detto che io non potevo entrare solo poich indossavo un paio di pantaloncini corti. Ovviamente non ero ubriaco, n avevo sostanze alcoliche con me. In un primo momento, pensando che la motivazione fosse davvero ridicola, ho pensato che bastasse parlare un po’ con i buttafuori, spiegandogli che, prima di tutto, ognuno è libero di vestirsi come crede, secondo, ieri sera faceva caldo, terzo, essendo venuto a un concerto di musica gitana e balcanica (che conosco molto bene), avevo pensato che un paio di pantaloncini corti fossero sicuramente in sintonia con la cultura musicale che si voleva trasmettere. Insomma, un concerto è prima di tutto un evento culturale ed è inammissibile che, cantando canzoni di libert e di uguaglianza, poi venga impedito l’ingresso a uno studente semplicemente perch indossa un paio di pantaloncini corti (p.s. indossavo tra l’altro le scarpe da ginnastica).
Dopo aver cercato di dialogare con i buttafuori e aver subito ripetute spinte da parte di questi, senza aver alzato ovviamente un solo dito su di loro, ho spiegato loro che inoltre era impossibile per me ritornare a casa mia per prendere dei pantaloni lunghi in quanto abito abbastanza lontano dal luogo del concerto. Dopo circa un’ora di dialoghi, mi sembrava davvero surreale che stessi ancora l fuori cercando di far ragionare qualcuno che assolutamente non voleva accettare nessun dialogo e continuava a darmi risposte da robot meccanico. Ho cercato di parlare con qualcuno che avesse un po’ di sensibilit in più rispetto ai buttafuori e solo qualche giovane ha deciso di aiutarmi. Allora, con l’aiuto di una ragazza francese ho convito i buttafuori a farmi entrare dalla porta principale e a restare nello spazio antistante la sala del concerto nell’attesa che arrivasse uno dei responsabili del concerto per darmi spiegazioni sulla folle restrizione.
Ho aspettato altri 30 minuti, non è arrivato nessuno dei responsabili del concerto (mi hanno detto che sarebbe arrivata a parlare con me un responsabile, di nome Sasha) quando alle 23 circa, una ragazza che non conoscevo è arrivata e mi ha detto di scappare perch i buttafuori sarebbero arrivati con la forza. Come vedete, la vicenda è alquanto paradossale. Io ero a 2 metri dall’ingresso e dagli stessi buttafuori e non stavo disturbando nessuno, n tantomeno intralciavo il lavoro di qualcuno. Soltanto aspettavo educatamente che arrivasse qualcuno a darmi spiegazioni. Neanche avevo più alcuna intenzione (come ho spiegato ai buttafuori e alla donna che lavorava alla cassa) di entrare a sentire il concerto (erano anche passate gi quasi 2 ore dall’inizio), ma mi sentivo in dovere di capire perch i miei diritti non venivano rispettati in quel posto.
Cos, nel giro di pochi secondi, 4-5 buttafuori sono arrivati su di me e mi hanno aggredito. Io non ho alzato una mano (e ho tanti testimoni che possono dimostrarlo) e ho gridato di non toccarmi e di non aggredirmi. stato inutile, come sono state inutili le parole di qualche persona che ha cercato di difendermi. I cinque, come bestie, si sono buttati su di me e ho ricevuto pugni, schiaffi e calci fino a che mi hanno spinto al suolo e mi hanno gettato fuori dalla porta.
Ritengo che l’accaduto sia qualcosa di indecente e di vergognoso in una citt come Parigi e per un locale come La Bellevilloise, che nella sua presentazione online si definisce “lieu parisien de culture, indpendant et multidisciplianire, […] lieu de rsistance, des premiers changes "du producteur au consommateur" et de spectacles. […] Lieu de brassage, de rencontres et d’change, la Bellevilloise s’ouvre tous les publics. Elle est galement un patrimoine architectural dcouvrir, un espace de mise en scène ouvert sur son quartier et ses habitants, [qu’] avait pour projet de permettre aux gens modestes l’accès l’ducation politique et la culture”.
Durante tutto il tempo che sono stato l ho cercato anche di coinvolgere qualcuno per contattare i cantanti sul palco, ma non ci sono riuscito. Ho scritto questa email a tutti gli organizzatori della Bellevilloise e ai gruppo che suonavano e ho pensato che sia giusto condividere con voi cosa succede in una citt come Parigi. E questo è solo l’ennesimo episodio di discriminazione e di violenza a cui ho assistito, ma, come ho detto, in questo momento, tralascio la mia analisi personale e i miei commenti sui francesi, Parigi, l’Europa, la societ occidentale.
Mi sto attivando per fare qualcosa al più presto, prima di tutto per una questione di dignit e di umanit , credendo fermamente che la musica sia cultura.
In foto, la torre Eiffel