Abitare uno spazio, personalizzarlo e possederlo, questo l’obiettivo del fare arte di Nicca Iovinella che insieme a Franco Tirelli e Maurizio Trionfo espone fino al 21 marzo una mostra presso la Torre di Mestre a Venezia.
“Forme di luce” è il progetto, diretto da Mariano De Luca, che mette insieme due artisti campani e un musicista veneziano, ispiratosi, per questa ultima composizione, ai lavori d’arte. Un lavoro a tre mani indipendente e autonomo per raccontare la sinfonia cromatica e luministica sottesa a ogni opera. “La stima è ciò che ci accomuna, infatti con rispetto e autonomia ci integriamo rimanendo ognuno indipendente, nessuno invade lo spazio e il pensiero dell’altro”, cos Iovinella definisce questa loro esperienza.
Iovinella dopo la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli rimane qui come docente di “arte e immagine”. Si specializza nella tecnica fotografica con Mimmo Jovine improntata ad un uso manuale e artigianale del mezzo fotografico. Senza apporti del digitale, non manipola le immagini col computer, ma segue l’insegnamento accademico per ottenere un approccio intimo e introspettivo con lo strumento.
La tematica sviluppata dall’artista è quella dell’ “abitarsi”, in un gioco di ombre e luci, coniuga la fotografia alla pittura creando atmosfere in cui ella si rivela e si ritrova. “Un contrasto tra il bianco e il nero della foto con sfumature di grigio che svela la profondit , una profondit , nel mio caso, intimistica più che strutturale”, puntualizza l’artista.
In mostra 12 opere, alcuni trittici di diverse dimensioni, che vogliono coinvolgere maggiormente il mondo femminile: “Con abitarsi intendo conoscere quello spazio personale e intimo che le donne cercano e desiderano, e quando non lo trovano cercano di colmarlo con il proprio corpo, con la propria interiorit , come in Una stanza tutta per s’ di Virginia Woolf”.
Spazi e stanze che ricordano momenti unici vissuti e particolari ricordi di sensazioni e di pensieri, un luogo fisico dove vivere e ritrovare se stessi, in cui non esiste invadenza e ingerenza da parte altrui.
Quanto è ricettiva Napoli nei confronti dell’arte contemporanea?
“Ho notato a Venezia, Bologna e Firenze un’apertura maggiore all’arte contemporanea, la realt napoletana nei confronti dell’arte è un po’ confusa, troppo legata alla tradizione per poter capire e apprezzare fino in fondo la novit e la diversit . Qui a Mestre ho avuto riscontri e apprezzamenti tali che in patria non ho avuto.
Che spazio hanno i giovani artisti?
Da docente all’Accademia, posso dire che Napoli non offre molte occasioni per i giovani esordienti, c’è sempre un sistema elitario alquanto chiuso, e un giro di nomi abbastanza ripetitivo e scontato”.
Nelle foto, opere dell’artista