Sindaco. E futuro. Sul palco della sala Dumas, all’Istituto francese di Napoli, lo scrittore e editore francese Jean-Noël Schifano pronuncia queste parole conversando con Antonio Bassolino, politico di lungo corso, che di Napoli è stato sindaco proprio negli anni in cui Schifano ha diretto il Grenoble, diventando poi cittadino onorario partenopeo.
L’occasione è la celebrazione del centenario dell’Istituto che con Napoli ha intessuto una relazione privilegiata fatta di cultura, passione, storia, arte, cinema… Momento culminante dei festeggiamenti avviati dall’attuale console e direttore Laurent Burin des Roziers già nel dicembre del 2018 proprio con Schifano.
Nella giornata di ieri pomeriggio, la chiacchierata Bassolino/Schifano è seguita, tra l’altro, alla lezione di Gilles Pécout, rettore di Parigi, sui rapporti franco-italiani dal punto di vista storico nel 1919, l’anno in cui venne fondato l’Institut français e alla presentazione del libro di Sandrine Iraci L’Istituto Francese di Napoli – I primi anni (1919-1940)» pubblicato dal centro di ricerche Jean-Bérard.
Le due parole cui fa riferimento Schifano, sindaco e futuro, sono la prima e l’ultima del libro di Bassolino, Le Dolomiti di Napoli edito qualche anno fa da Marsilio: JN non lo dice apertamente ma a chiusura dell’incontro crea la magia di questa composizione verbale insinuando il pensiero di una prossima discesa in campo. Non assecondata ma nemmeno smentita da Bassolino che si limita a sorridere.
Non è stato un amarcord ma un percorso storico cui Schifano ha dato il la intrecciando il presente dei pensieri espressi sulla pagina facebook dall’ex primo cittadino e governatore della regione con un passato fatto anche di politica del G7, tra gli incontri cui hanno partecipato i grandi della terra.
Oggi in giro per la città, sulla linea bus 140, ieri anfitrione del summit mondiale napoletano. Che cammina tra i vicoli del centro storico con l’allora presidente Mitterrand consigliandogli di allontanare la scorta a debita distanza.
Le immagini scorrono nel dialogo e rimandano pure alla tragicità del terremoto di quando Bassolino si collega con il suo PCI a Botteghe oscure e subito realizza la gravità dell’evento, delle tenebre che sono calate sopra il cielo del Vesuvio. Uomo di partito, ma anche a passeggio tra la gente, impegnato a segnalare agli uffici preposti di Palazzo San Giacomo le buche da comare nelle strade cittadine.
Poi una visione vaga tra il pubblico, quella lanciata dallo stesso Bassolino a proposito del titolo, Le Dolomiti di Napoli. A volte quando si sale in montagna si arriva non ossigenando bene e si rischia una volta in cima di cadere per non aver ben saputo calibrare il respiro. Vittime di uno stordimento. Resta, però, una umanità qualche volta smarrita di vista.
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La nave va. Quella dell’Istituto. Le celebrazioni volgono al termine. Abbiamo visto con piacere tra i volti riemersi da precedenti direzioni quello di Jean-Paul Seytre, il console direttore che ha generato importanti sinergie sul territorio, già come Schifano e come Laurent Burin des Roziers che ha soffiato sulle candeline dei primi 100 anni.
Sulla nave centenaria dell’istituto, dopo la festa, ancora tanti appuntamenti. Con film, mostre e convegni. Potrete seguirli informandovi sul sito e sulla pagina di Facebook.
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