Ecco “Arresta il sistema” il libro di poesie di Marco Casavecchi, edito da Jolly Roger. Il testo di Casavecchi, nato sul bancone dell’art Cafè, si propone ai suoi lettori in una veste originale, mostrando sulla prima di copertina una grafica accattivante, capace di presentare fino ai primi istanti il fine ultimo del suo testo.
Grande attenzione, fra i vari argomenti, quello sulla salvaguardia del pianeta terra. Casavecchi, racconta infatti, nelle sue poesie, di un mondo che sta morendo. Le nostre azioni, infatti, secondo quest’ultimo stanno ammazzando il mondo, ma nella sua riflessione egli aggiunge ancora “moriremo con lei”.
La terra, nel suo declino, sembra infatti portare a picco con lei anche gli uomini che la avvelenano giorno dopo giorno. Un occhio che tiene conto del clima, degli scenari paesaggistici, dell’inquinamento, dei colori ormai avvizziti. Una poetica che sottolinea gli sbagli dell’uomo, regalando una critica sociale che non esclude proprio nessuno.
Nel testo di Casavecchi sono presenti inoltre, una serie di scuse: scuse a suo padre, a sua moglie, ai suoi figli, persino a Dio per non avergli creduto. È un esame di coscienza dolente capace di sottolineare le numerose colpe che ogni uomo intrinsecamente possiede dentro sé stesso. Una critica in cui non ci si vede buoni figli, ottimi compagni, egregi padri, e profondi credenti.
Le scuse arrivano dritte al cuore dei suoi lettori, presentando un autore capace di mettersi in ginocchio, denudarsi, scendere dalla posizione di vantaggio di chi è lì a scrivere un testo a proprio nome. Nel mucchio di scuse, tuttavia, l’autore afferma di non voler chiedere scusa allo stato “per non essersi piegato”. Da qui il titolo dell’intera opera prende colore e luce, attraverso affermazioni solide, laddove il sistema non deve vincere, e anzi esso si debba arrestare.
Le poesie di Casavecchi, nella loro struttura metrica, ricordano un po’quelle di Ungaretti, che attraverso versi liberi, riprendendo un po’ la poesia futurista, rende i suoi componimenti piuttosto incalzanti. Lo stile è piuttosto chiaro, le figure ben si delineano in mezzo ai loro spazi. Le tematiche essendo svariate permettono la lettura ad un target piuttosto ampio.
La copertina ben si sposa con i suoi argomenti. “Arresta il sistema” ha infatti sul davanti un pulsante di accensione e spegnimento, capace di tagliare i cavi energetici ad un sistema vizioso e viziato, incapace di avvolgere e inglobare “i diversi”.
Un testo semplice, capace di accompagnare i suoi lettori in un processo introspettivo degno di nota. Un testo nato nell’Art cafè, che ha tutte le sembianze di un piccolo gioiello di carta, capace di avvicinare e interessare anche chi di poesia non ne ha mai bevuta una. (Miriana Kuntz)
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