Nel cortile dell’ex Seminario dei Nobili della Fondazione Real Monte Manso di Scala, in via Nilo 34 gi dallo scorso sabato, fino al 20 maggio con “Arestesa al cubo” l’arte si cimenta in un’originale prova, trovando nella terza dimensione il suo naturale approdo.
Tanti gli artisti, tra cui Aniello Barone, Ex, Nicoletta Itto, Dodo, Lucia Azzurro, Fucina4, Gilberto Galasso, Marco Mazzocchi, tutti attivi in una costruzione in wok in progress, che mantiene la promessa di evolversi ogni volta in una forma diversa purch tridimensionale, in un linguaggio che coinvolge tutte le espressioni dall’installazione pura, alla fotografia, dalla proiezione all’artigianato, dalla musica al teatro per comunicare il “manifesto” di un’officina creativa aperta al mondo.
“Human Traffic” è l’opera proposta da Ulderico, uno scatolone che diventa un mezzo di trasporto per uomini, profughi sulla terra, viaggiatori viaggianti alla ricerca di un permesso di soggiorno provvisorio, oggetti di carico e di scarico, simili a baccal senza testa, a uso e consumo del miglior offerente.
Sull’elegante corte, i laboratori si affacciano come torce luminose che tracciano il nuovo cammino dell’arte fuori dalle gallerie, fuori dagli spazi chiusi, proiettata in una dimensione europeista, a largo respiro, lungo un flusso continuo, che, partendo dagli anni settanta, getta le basi per una comunicazione universale, lontana dal ghetto del luogo istituzionale.
“Shhhhhh” è il cortile nel cortile di Oni Wong (ex Ognissanti), rielaborazione di un giardino recintato fatto di moquette, chiodi, case e donne peluche inchiodate, simbolo di un’esistenza dolorosa, del dramma di una condizione. Poco lontano Antimo De Santis, maestro torniante, espone un cubo ispirato alla celebre fabbrica di ceramiche “Solimena” di Vietri sul mare, interamente fatta di cilindri nei quali ogni artigiano al momento della costruzione aveva posto un messaggio personale.
Non dimentica l’atroce attualit del Giappone radioattivo Silcenco Serghei con il suo Pokemon radioattivo. L’enorme mostriciattolo si erge, giallo e novello Godzilla, sul fondo del cortile, catalizzando la curiosit dei bambini. Mentre il centro della scena è riempito dai “tableaux vivants” (dall’opera di Caravaggio) rappresentati da Gaetano Coccia, Francesco O. De Santis e Antonella Parrella.
Le opere protagoniste di “Artestesa al cubo” incalzano sul filo delle tre dimensioni raccontandosi ed elevandosi oltre il muro dell’incomunicabilit , fondendosi le une con le altre e distaccandosi per ritrovare un’identit precisa, cosi come accade con la “Scacchiera di Pulcinella” riproposta dopo “Maninarte” dai fratelli Scu8, artisti sognanti e quindi visionari, convinti che da realt apparentemente opposte, da espressioni artistiche lontane nasca il dialogo e la ricchezza dell’uomo.
Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), da sinistra, il Pokemon di Silcenco Serghei e "Human Traffic" di Ulderico