Un anno scolastico dedicato alla riflessione sul tema della pace e della convivenza tra i popoli è l’obiettivo dei curatori di “Agenda della pace 2014/2015” (Caracò editore, pagg.177, in foto le copertine), uno strumento utile agli studenti per ricordare ogni giorno « fatti e circostanze che richiamano il tema della pace».
Ciascun mese dell’anno scolastico è preceduto da un racconto scritto da protagonisti del mondo culturale, che propongono allo studente un breve approfondimento su vari argomenti dall’antimafia allo sport, dalla lettura all’integrazione, dai mass media all’ambiente, dall’omofobia ai diritti e alla Costituzione. I testi affrontano tematiche di grande attualit e intendono stimolare i giovani lettori e le loro famiglie ad affrontare un percorso di maggiore consapevolezza rispetto ad urgenze etiche e sociali troppo spesso sottovalutate, che richiedono un impegno comune per fare emergere le buone notizie, invece di arrendersi alla cronaca sempre funestata da eventi tragici.
Nei racconti pubblicati nell’agenda si sottolinea l’importanza del ruolo della scuola e in particolare dei tanti insegnanti che negli istituti dei quartieri a rischio si battono per la legalit . “La scuola italiana oggi è il più forte strumento per garantire un cambiamento nel segno dell’integrazione, è un laboratorio di integrazione” scrive Ccile Kyenge nel suo intervento, e Mauro Giancaspro ricorda la capacit del suo vecchio maestro elementare di distinguere tra il piacere della lettura di un libro e la severit e pignoleria nell’affrontare lo studio del manuale di storia e aritmetica.
Nell’ultimo racconto il teologo Gennaro Matino scrive «La pace è una lotta senza quartiere all’ingiustizia che opprime il debole, alla volgarit che offende il semplice, all’arroganza che schiaccia il diverso». Il coraggio di costruire e innovare per prosperare e guardare al futuro con ottimismo è un dono prezioso in tempi cos difficili le testimonianze pubblicate nell’agenda suggeriscono agli studenti di aprirsi agli altri, liberare il proprio talento e scommettere sul futuro della propria terra di origine. Nella postfazione il regista Mario Gelardi ricorda alcuni esempi di giovani riuniti in gruppi e associazioni che si impegnano quotidianamente per migliorare il proprio territorio, offrendo un segnale di forte vitalit . Scrive Giraldi «Certo sarebbe da complici non raccontare i problemi, ma sarebbe altrettanto da complici non raccontare tutto il bello che i giovani offrono».